Roma, 27 giu. (askanews) – Tre giorni alle elezioni legislative anticipate in Francia convocate dal presidente Emmanuel Macron dopo il risultato delle europee. I politici battono le piazze per questa campagna elettorale lampo; il premier Gabriel Attal anche per conto del presidente centrista, e per esempio a sinistra l’ex presidente della Repubblica Francois Hollande che torna a cercare un seggio da deputato.
Mentre il capo dello Stato è al Consiglio europeo a Bruxelles, alcuni elettori continuano a farsi domande . Lo dice anche Jean Daniel Lévy dell’istituto dei sondaggi francese Harris, secondo cui l’astensionismo generalmente sarà in calo perché gli elettori hanno le idee chiare avendo appena votato per l’Europarlamento. Ma proprio gli elettori centristi di Macron, dice, sono incerti se andare alle urne. E lo stesso è vero per gli elettori di sinistra; i loro partiti di riferimento si sono tutti riuniti nell’ampia coalizione del Nuovo Fronte Popolare.
“In genere sono a favore della coalizione di sinistra ma considerano un ostacolo il rilievo che ha preso la sinistra populista di Jean Luc Mélenchon” dice Lévy. “Allo stesso modo ci sono elettori che magari in passato avevano votato per Macron ma che non capiscono la decisione del presidente di sciogliere il parlamento”.
Insomma un quadro che dovrebbe favorire l’estrema destra del Rassemblement National e del suo candidato premier Jordan Bardella, delfino di Marine Le Pen. Alle Europee hanno avuto il 31%, più del doppio del partito di Macron.
“Avevo votato per Macron alle ultime elezioni ma adesso quel partito non mi interessa più”, dice una elettrice. “Non ho nessuna fiducia nel partito socialista alleato con Mélenchon ma non voglio votare estrema destra perché non so cosa succederà” dice un’altra. “Per il primo turno so per chi votare ma se al secondo vanno la sinistra e l’estrema destra, allora è più difficile…”
Già, perché nel complesso sistema elettorale francese anche le legislative sono a doppio turno e passano al secondo tutti i candidati che hanno ottenuto almeno il 12,5%. Per questo è molto difficile fare delle previsioni.
“Dobbiamo essere ancora più prudenti sul secondo turno”, conclude Lévy, “perché non sappiamo chi ci arriverà, quali indicazioni arriveranno dai vari partiti, e cosa succederà ancora nella campagna elettorale”. Si rivota a distanza di una settimana.