Roma, 27 giu. (askanews) – “Marina Berlusconi ha fatto una giusta osservazione. Noi del centrodestra abbiamo una sfida che è quella di non rinnegare assolutamente le nostre origini, ma di essere liberali fino in fondo. Non può essere prerogativa della sola sinistra la trattazione dei temi etici. Conosco molti nostri elettori che la pensano in maniera molto libera su aborto o fine vita”. Il presidente del Veneto Luca Zaia condivide le posizioni della figlia maggiore di Silvio Berlusconi che ieri ha “bacchettato” la sua parte politica sostenendo che su fine vita, aborto e diritti Lgbtqia+ si sente più vicina alla sinistra.
In un’intervista a La Stampa il presidente del Veneto parla anche dell’autonomia differenziata dopo la firma del capo dello Stato ieri perchè vuole “ringraziare il presidente Mattarella che ancora una volta, da garante della Costituzione, nel promulgare la legge dà un’opportunità all’intero Paese di investire su nuovo corso fatto di efficienza e responsabilità”.
La imbarazza quello che dice e scrive il generale Roberto Vannacci, neo-eletto della Le- ga al Parlamento Ue? “Innanzitutto Vannacci è un indipendente e quindi esprime una posizione indipendente. Dopodiché il mio partito nasce con una matrice identitaria, popolare e liberale. Non dobbiamo decidere noi se una donna può o non può abortire, e non dobbiamo essere noi a impedire la gestione del fine vita a un malato terminale”.
Sul fine vita in Veneto c’è stato un voto del consiglio. Però la legge regionale non è passata: “Finiamola con questa farsa di voler far credere che il fine vita in Italia non esiste. Non è così – osserva Zaia -: un cittadino può chiedere all’azienda sanitaria locale di poter gestire la parte finale della sua vita secondo i quattro requisiti previsti dalla Corte Costituzionale. Ma il vero tema è che non sono previsti né il tempo obbligatorio di risposta da parte dell’azienda sanitaria né la gestione pubblica della somministrazione dei farmaci. È come mettere la testa sotto la sabbia”.
La preoccupa il doppio passaggio parlamentare su ogni singola materia? “Sarà un bel banco di prova per tutti. Perché, se dare una competenza a una Regione e le relative risorse per gestirla, deve trasformarsi in un Vietnam, allora questo Paese non è maturo per il federalismo. L’autonomia o la fai per scelta o la fai per necessità. Il centralismo ha prodotto danni inimmaginabili, a cominciare da 3.000 miliardi di debito pubblico”, ricorda e poi a proposito del “premierato” a chi gli chiede se ci sia stato uno scambio all’interno della maggioranza risponde: “Il premierato è da sostenere senza se e senza ma, a prescindere dall’autonomia. Non capisco per quale motivo i cittadini non possono essere protagonisti nella scelta del loro presidente del Consiglio. L’elezione diretta di sindaci e presidenti di Regione ha dimostrato stabilità, efficienza e partecipazione. Non possiamo lamentarci del fatto che non c’è affluenza alle urne e poi togliere ai citta dini la possibilità di decidere”.
Sulla ipotesi, avanzata dal Presidente del Senato, Ignazio La Russa, di abolire il ballottaggio alle elezioni comunali Zaia dice: “A livello regionale funziona. Però, oggettivamente, la partita dei Comuni è diversa. Bisogna discuterne”.
Infine sui risultati elettotari della Lega: Ho visto momenti migliori, ma ne ho vissuti anche tanti di peggiori. Questo risultato lo voglio vedere più come un punto di partenza che come un punto di arrivo. E comunque, ripeto, è sui territori che viene fuori l’anima della Lega di governo”.
Infine sul prossimo candidato alla regione Veneto Zaia risponde: “C’è chi può permettersi di parlare anni prima di elezioni e chi, come il sottoscritto, ha il dovere di governare la Re- gioneper altri sedici mesi. Dopodiché cercheremo di capire setutta la partita al terzo mandato è chiusa oppure no. In ogni caso non si decidono certo adesso né il nome né il partito di riferimento di chi verrà candidato”.