Roma, 25 giu. (askanews) – Occorre un nuovo patto tra Unione europea e i produttori ittici per salvare il mare e la pesca. A chiederlo è il vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Paolo Tiozzo che in una nota esprime apprezzamento per l’intervento del sottosegretario Masaf D’Eramo in occasione del Consiglio Agrifish, in svolgimento in Lussemburgo.
Secondo Tiozzo “occorre ripensare l’approccio alla gestione della pesca affinché gli sforzi fatti fin qui siano efficaci senza addossare alle cooperative ed alle imprese una responsabilità che sono stanche di avere. Per questo è importante rivedere anche la politica strutturale per consentire interventi a favore di una flotta troppo vecchia, con una età media dei pescherecci di 31 anni, che non riesce sempre a garantire sicurezza e che necessita di innovare anche per ridurre emissioni e consumi”.
Per l’associazione demonizzare alcuni mestieri di pesca, come lo strascico, non è la strada giusta. Così come serve una maggiore attenzione per la pesca artigianale. “Per evitare che la pesca perda i suoi protagonisti, ovvero i pescatori, occorre cambiare rotta. Nell’ultimo decennio il settore ha visto fuoriuscire il 16% dei pescatori imbarcati che oggi sono circa 22mila, di cui circa 19.000 a tempo pieno, a fronte dei 30mila di dieci anni fa, mentre quelli che operano a terra sono oltre 100mila, per un totale che si aggira attorno ai 125mila lavoratori escluso l’indotto”, conclude Tiozzo.