Fatturato carni bianche a 7,5 mld. Consumo pro capite +3% in 2023 – askanews.it

Fatturato carni bianche a 7,5 mld. Consumo pro capite +3% in 2023

I dati resi noti nel corso della assemblea di Unaitalia
Giu 20, 2024

Roma, 20 giu. (askanews) – Nel 2023, il fatturato industriale del comparto avicolo si è attestato a 7,5 miliardi: nello specifico 5,18 miliardi per le carni avicole e 2,3 miliardi per le uova. La produzione di carne avicola si attesta a 1.328.600 tonnellate di cui 1.019.100 tonnellate solo di pollo (+4,3% rispetto all’anno precedente) e 272.600 tonnellate (+24,5% sul tacchino). Crescono i consumi apparenti pro-capite, arrivati a 21,38 kg (+2,9% sul 2022), confermando la passione degli italiani per le carni bianche, che continuano ad essere le più amate con il 35% degli acquisti domestici. I dati sono stati resi noti nel corso della Assemble di UnaItalia, l’associazione di riferimento per il settore delle carni avicole, che oggi ha riconfermato alla presidenza Antonio Forlini.

La carne avicola piace anche all’estero: dopo un 2022 difficile, l’export torna infatti a crescere del 25% con 191.500 tonnellate.

Cresce anche la produzione di uova nel 2023, garantita da circa 42 milioni di galline ovaiole accasate in circa 2.900 allevamenti: in totale le uova prodotte sono 12,3 miliardi (+6,8% rispetto al 2022), pari a circa 776 mila tonnellate. Nel 2023 abbiamo consumato 12 miliardi 652 milioni di uova (-2,6% sul 2022), pari a 214,5 uova a testa (13,5 chili pro-capite). Buono il livello di autoapprovvigionamento del settore, pari al 97,4%.

In aumento il numero di uova da galline allevate a terra e diminuisce quello da allevamenti in gabbie arricchite. Secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale, la quota di uova provenienti da galline in gabbie arricchite è scesa del 25,5% tra il 2019 e il 2024, risultando notevolmente inferiore alla media europea (39,2%) mentre aumenta la quota di quelle a terra (+3,7% sul 2022). A fine 2023, il 55,6% dei capi in deposizione è stato allevato “a terra”, il 34,5% in allevamenti con “gabbie arricchite”, il 5,1% in allevamenti all’aperto e il 4,8% in allevamenti biologici.