Trieste, 19 giu. (askanews) – Tengono i volumi totali nel porto di Trieste nei primi 5 mesi dell’anno: malgrado la crisi congiunturale, lo scalo giuliano cresce del +5,56% sui volumi complessivi, con 24.004.829 tonnellate di merce movimentata rispetto al periodo gennaio-maggio dell’anno scorso. Lo sprint trova il motore nelle rinfuse liquide (+11,61%) che trainano la crescita con 16.625.750 tonnellate (69,25% del totale movimentato nello scalo triestino), nonostante diversi traffici scontino gli effetti dell’emergenza geopolitica internazionale.
Guardando nel dettaglio gli altri singoli settori, lieve il calo delle merci varie (-3,39% ) con 7.322.254 tonnellate movimentate, mentre il comparto RO-RO si attesta su 124.091 unità transitate (-1,69%). Molto negativo l’andamento delle rinfuse solide con 56.825 tonnellate (-78,53% ), riconducibile al decremento della sottocategoria ‘cereali’ (28.999 tonnellate con un -25,95%) e a quella dei ‘prodotti metallurgici’ (che in tale periodo non ha registrato traffico, -100,00%). Contrazione del -10,61% nei primi 5 mesi anche per i container con 313.137 Teu movimentati, anche se la flessione tende a ridursi, considerato che nel primo bimestre del 2024 la perdita era del 15,34%.
“Stiamo affrontando una crisi che non ci permette ancora di interpretare tendenze, e maggio, nel settore contenitori, ci ha regalato almeno un segnale di fiducia, ma certo se la rotta alternativa del Capo di Buona Speranza, scelta da molti armatori, da transitoria diventasse strutturale per un prolungarsi eccessivo della crisi, Trieste ne soffrirebbe pesantemente”, così il commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Vittorio Torbianelli. “Ci sono comunque diversi tipi di traffico: valorizzare e sviluppare ulteriormente la multisettorialità è quindi l’unica chiave che ha il nostro sistema portuale per affrontare la crisi in corso, e questa è la strada che stiamo percorrendo insieme a tutti gli operatori e alla comunità portuale”, conclude Torbianelli.