Meloni apre la partita Ue: valuto Vdl, ma va riconosciuto ruolo Italia – askanews.it

Meloni apre la partita Ue: valuto Vdl, ma va riconosciuto ruolo Italia

“Da elettori messaggio chiaro, deve essere compreso”
Giu 15, 2024

Bari, 15 giu. (askanews) – Sull’eventuale bis di Ursula von der Leyen l’Italia “valuterà”, ma a Bruxelles deve essere recepito il “chiaro messaggio” arrivato dalle elezioni, riconoscendo a Roma “il ruolo che le spetta”. Chiuso il G7 Giorgia Meloni sposta la sua attenzione sulla partita dei ‘top jobs’ europei: la premier sarà lunedì nella capitale belga per il primo round della trattativa. I leader del Consiglio europeo sentiranno prima la presidente della Commissione uscente (che aspira alla conferma) e poi si riuniranno per una cena informale per avviare il confronto.

La maggioranza resterà Ppe-Pse-Liberali (potrebbe essere allargata ai Verdi) e del resto i numeri dicono che non ci sono altre possibilità. La trattativa di Meloni sarà dunque sulle deleghe del commissario italiano e sulla possibilità di inserire alcune priorità nell’agenda europea. Nella conferenza stampa finale a Borgo Egnazia, la presidente del Consiglio non esclude il sostegno a von der Leyen ma fa capire abbastanza chiaramente che un eventuale sì non sarebbe ‘gratis’. Lunedì il Ppe, in quanto primo partito, presenterà la sua proposta, che a questo punto dovrebbe vedere la conferma di von der Leyen per la Commissione, mentre in pole per la guida del Consiglio ci sarebbe il socialista portoghese Antonio Costa. A quel punto, spiega la premier, sul ‘pacchetto’ complessivo “faremo le nostre valutazioni”. Per avere il via libera del suo governo, Meloni pone due condizioni. In primo luogo all’Italia deve essere “riconosciuto il ruolo che le spetta, in termini di competenze”. Dunque la premier vuole un commissario con deleghe di peso, non una seconda fila. Legato a questo punto, per Meloni l’Europa deve comprendere “il messaggio che è arrivato dai cittadini europei” che chiedono “pragmatismo e un approccio molto meno ideologico”. Un messaggio per lei “chiaro” che ha visto in Italia premiare la coalizione di governo e in particolare il suo partito e nell’Unione l’avanzare delle destre. Nella sostanza, come aveva detto nei giorni scorsi, il suo è il governo “più forte” e questo ruolo deve trovare un riscontro, in qualche modo deve essere ‘monetizzato’.

Anche per questo, per sfruttare la debolezza dell”odiato’ Emmanuel Macron, uno dei ‘big’ europei, il governo italiano accarezza l’idea di rinviare tutte le decisioni sui vertici comunitari a dopo le elezioni legislative francesi. Lo aveva ipotizzato nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Antonio Tajani e oggi lo ribadisce lei: sarebbe una proposta “di buon senso” anche se “non pregiudiziale”, anche perchè comunque vada il voto l’interlocutore resterà sempre il presidente francese. Una seconda sconfitta nell’arco di un mese, però, renderebbe la sua posizione ancora meno forte. Attendere il 7 luglio, data del ballottaggio, però comporterebbero un rallentamento dell’iter che la maggior parte dei Paesi (e dei partiti di maggioranza) difficilmente potrebbero accettare, consapevoli che tenere la pratica aperta è sempre un rischio. Rischio che in particolare Macron e Olaf Scholz non sembrano intenzionati a correre: entrambi in difficoltà sul fronte interno sono tornati a stringere il loro rapporto. La lite dell’inquilino dell’Eliseo con la premier italiana al G7 è un segnale, le parole del cancelliere tedesco (Meloni è “all’estrema destra dello spettro politico”) la conferma.