Federbeton Confindustria: Stefano Gallini nuovo presidente – askanews.it

Federbeton Confindustria: Stefano Gallini nuovo presidente

E’ l’amministratore delegato Italia di Heidelberg Materials
Giu 13, 2024

Milano, 13 giu. (askanews) – Stefano Gallini è il nuovo presidente di Federbeton Confindustria, la Federazione che riunisce le imprese della filiera del cemento e del calcestruzzo. Gallini, 51 anni, è l’amministratore delegato Italia di Heidelberg Materials, il brand globale che lo scorso anno ha raccolto la storica eredità di Italcementi.

“È un privilegio rappresentare un’industria che in Italia conta oltre 35.000 addetti e che rappresenta il primo fondamentale tassello per realizzare infrastrutture e costruzioni sicure e sostenibili – ha affermato Gallini -. Il nostro settore sta attraversando un momento cruciale, che ci vede impegnati sulla strada della sostenibilità e della decarbonizzazione. Fornire un materiale carbon neutral è il traguardo finale per cui stiamo mettendo in campo tutte le risorse necessarie nel rispetto dei tempi e degli obiettivi condivisi a livello europeo. Perché il nostro sforzo sia veramente efficace, sarà necessario tutelare tutte quelle aziende e quei lavoratori che stanno investendo in ricerca e in tecnologie e che possono contribuire a garantire al nostro Paese scuole, case, ponti e ospedali sicuri, innovativi, Made in Italy e sempre più sostenibili”.

Il programma della presidenza Gallini prevede, tra i punti cardine, l’accelerazione della strategia di decarbonizzazione e la tutela dell’industria italiana: l’industria italiana del cemento rischia una forte contrazione, a causa dell’importazione di materiali con origine extra-EU, proveniente da Paese che si affacciano sul Mediterraneo che, non dovendo rispettare gli alti standard ambientali europei, possono offrire prodotti con costi inferiori. Questo, per una nazione con 8.000 chilometri di coste come l’Italia, si traduce in un aumento esponenziale delle importazioni, arrivate a toccare i 3,6 milioni di tonnellate nel 2023, una crescita del 22,6% rispetto all’anno precedente, con conseguenze pesanti per l’ambiente e per il tessuto produttivo italiano.