Roma, 11 giu. (askanews) – Festeggiamenti discreti, come nel più puro spirito altoatesino, per Jannik Sinner che ha firmato oggi il libro d’oro del comune di Sesto Pusteria, la città dove è cresciuto e che lo ha salutato dopo esser diventato il numero uno al mondo del Ranking Atp. Ad accoglierlo il sindaco Thomas Summerer, il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, il presidente della Federazione Tennis e Padel Angelo Binaghi.
Davanti alla sede del Municipio, con banda in costumi tradizionali, Sinner ha salutato, in una cerimonia svoltasi per lo più in tedesco, i tifosi accorsi frenati da una pioggerellina fastidiosa. Non solo “turisti” ma anche concittadini. C’è anche una bandiera con il tricolore e la scritta: “Sinner numero 1. Sono un tuo vicino di Sesto”. Nella Tennishalle di Sesto dove è cresciuto, Sinner incontra anche i giovani giocatori dell’Alta Pusteria.
“Sono molto contento di essere qui. Tutta la mia infanzia è qua a Sesto. Di quando ero piccolo ricordo il tempo passato a giocare in paese con gli amici” le sue prime parole pronunciate in tedesco. “Mi rende felice poi – ha aggiunto Sinner – di poter aiutare questi giovani ragazzini che incontrerò dopo a cullare il sogno che ho avuto anch’io, quello di diventare numero 1 del mondo”. In italiano poi una battuta sulla banda comunale: “È meglio per tutti che non suoni e non canti”.
Una “Persona semplice e speciale” le parole del sindaco Thomas Summerer: “Una persona semplice e normale. Teneva l’ombrello agli altri come a Indian Wells”. “Jannik è speciale non solo per come si comporta in campo, ma anche fuori. È sempre un esempio di fair play quando gioca. Vorrei sottolineare anche l’atteggiamento che ha quando perde, sempre rispettoso”. Così il presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher. Sinner si è poi spostato alla Tennishalle, l’impianto sportivo di Sesto in cui ha mosso i primi passi. Qui Jannik ha incontrato e risposto alle domande dei giovani allievi dei tennis club dell’Alta Val Pusteria. I ragazzi hanno accolto l’azzurro con tante bandierine arancioni con il numero 1. “Sono molto contento di essere qui, un posto dove sono
nato e dove ho vissuto la mia gioventù con gli amici e la famiglia – ha spiegato Jannik dal palco – Sono contento di vedere tantissimi ragazzi qui e di condividere questo giorno con loro.
Se uno è felice di quello che fa penso che abbia già vinto”. In occasione della festa per Sinner a Sesto Pusteria ha parlato anche il presidente della Federtennis Angelo Binaghi, sardo di nascita, che ha paragonato Sinner a Gigi Riva: Hai fatto felici milioni di appassionati, fregatene se qualche vecchio campione ti ha criticato quando non hai giocato la Coppa Davis o le Olimpiadi – ha detto – Riva ci ha fatto crescere e diventare persone migliori, e lo stesso farà Jannik con l’Alto Adige: quando andrete in giro per il mondo a dire che siete di Sesto, tutti sorrideranno e vi apriranno la porta”, ha aggiunto. E rivolto alla famiglia del tennista ha ricordato: “Ci avete insegnato che per migliorare l’Italia non bisogna partire da grandi città con grandi risorse. Si può partire da un piccolo paese, purché ci siano grandi valori: senso del dovere, valore del lavoro, simpatia, gentilezza”.
nato e dove ho vissuto la mia gioventù con gli amici e la famiglia – ha spiegato Jannik dal palco – Sono contento di vedere tantissimi ragazzi qui e di condividere questo giorno con loro.
Se uno è felice di quello che fa penso che abbia già vinto”. In occasione della festa per Sinner a Sesto Pusteria ha parlato anche il presidente della Federtennis Angelo Binaghi, sardo di nascita, che ha paragonato Sinner a Gigi Riva: Hai fatto felici milioni di appassionati, fregatene se qualche vecchio campione ti ha criticato quando non hai giocato la Coppa Davis o le Olimpiadi – ha detto – Riva ci ha fatto crescere e diventare persone migliori, e lo stesso farà Jannik con l’Alto Adige: quando andrete in giro per il mondo a dire che siete di Sesto, tutti sorrideranno e vi apriranno la porta”, ha aggiunto. E rivolto alla famiglia del tennista ha ricordato: “Ci avete insegnato che per migliorare l’Italia non bisogna partire da grandi città con grandi risorse. Si può partire da un piccolo paese, purché ci siano grandi valori: senso del dovere, valore del lavoro, simpatia, gentilezza”.