Roma, 10 giu. (askanews) – La miniera di Sos Enattos in Sardegna si avvia a diventare la casa comune della ricerca italiana d’eccellenza. Se sarà l’Italia ad aggiudicarsi la partita dell’Einstein Telescope, il prossimo rivelatore di onde gravitazionali sorgerà proprio a Sos Enattos e sempre lì si indagheranno gli aspetti complessi e ancora non del tutto compresi del nostro Pianeta puntando gli strumenti verso l’interno della Terra con l’Earth Telescope, progetto promosso dall’Ingv che lo ha presentato ai rappresentanti degli Enti di Ricerca italiani coinvolti nel progetto Einstein Telescope (ET) nel corso di un evento il 3 e 4 giugno.
Per l’Ingv si tratterebbe di un “importante passo in avanti verso una sempre più approfondita conoscenza della struttura interna e della dinamica del nostro pianeta, nonché di un importante valore aggiunto alla candidatura italiana come Paese ospitante ET. Sos Enattos (NU) e la zona circostante potrebbero così diventare non solo il cuore pulsante della ricerca italiana sulle onde gravitazionali grazie ad ET, ma anche il luogo ideale per ospitare scienziati e strumenti in grado di svelare quello che ancora non sappiamo dell’interno della Terra”.
Con il progetto Pnrr MEET (Monitoring Earth’s Evolution and Tectonics) dell’Ingv, la rotta è stata già tracciata con la creazione di FABER, il primo Far Fault Observatory italiano, un osservatorio in grado di rilevare segnali profondi del pianeta. Sfruttando il relativo silenzio sismico della Sardegna dovuto alle sue caratteristiche geodinamiche e geologiche e alla scarsa antropizzazione dell’area barbaricina compresa tra Lula, Bitti e Onanì (dove sorge la miniera di Sos Enattos), è stato già intensificato il monitoraggio sismico e geodetico e a breve verranno installati gravimetri e magnetometri, per costituire una rete multiparametrica in un punto privilegiato.
In questo contesto e grazie alla sinergia tra importanti obiettivi scientifici rappresentati da Earth Telescope e Einstein Telescope, nascerà a breve un nuovo e moderno laboratorio multidisciplinare in cui l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Ingv porteranno avanti progetti esistenti, come FABER e Archimedes, e svilupperanno le tecnologie necessarie alla realizzazione di Einstein Telescope.
Con il supporto della Regione Autonoma della Sardegna, degli Enti di Ricerca e delle Università sarde, la miniera di Sos Enattos – conclude l’Ingv – si avvia a diventare la casa comune della ricerca italiana d’eccellenza, per promuovere uno sviluppo tecnologico e scientifico sempre più adatto alle sfide del futuro.