Roma, 6 giu. (askanews) – Uscire dall’euroscetticismo “tradizionale” ridefinendo il rapporto fra le destre europee (almeno quelle moderate), e andando verso l’accettazione di una cessione all’Ue di sovranità nell’ambito dei rapporti esteri e della difesa, spingendo però al contempo per una maggiore autonomia degli Stati nazionali che sono membri dell’Unione nelle politiche “interne” all’Ue, soprattutto quelle ambientali e relative all’agricoltura. È la strada intrapresa da Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia su cui si potrebbe spostare progressivamente una parte dei partiti europei che in prospettiva potrebbero andare al governo: lo spiega in questa intervista il corrispondente di askanews da Bruxelles Lorenzo Consoli, decano della stampa italiana nella capitale europea, dove è stato presidente dell’Association de la Presse Internationale (Api) dei corrispondenti a Bruxelles e ha insegnato corsi di Storia dell’Unione europea e Giornalismo europeo per il master dell’Institut des Hautes Etudes de Communications Sociales (Ihecs).
“La situazione oggi – rivela Consoli – è molto diversa rispetto all’ultima volta che ci sono state le elezioni europee, perché la destra ha ridefinito il suo rapporto con l’Europa. E la leadership su questa nuova tendenza ce l’ha proprio Fratelli d’Italia e Meloni. L’ha ridefinita rinunciando all’anti-europeismo che nagava gli elementi della sovranità nazionale che sono fondamentali come la politica estera, quella di difesa e l’autonomia geostrategica della nazione. Questi requisiti della sovranità oggi vengono, per una parte della destra moderata nel Parlamento europeo, all’Europa. Cioè l’Europa deve essere più forte come politica estera, avere una politica di difesa rispetto soprattutto a quello che succede in Ucraina con l’invasione russa, e deve poter essere autonoma a livello geostrategico anche rispetto alle materie prime, pensiamo a cosa sta accadendo con la Cina in questi anni. Quest’idea di una sovranità europea per quel che riguarda i livelli alti della sovranità, quelli che si esercitano verso l’esterno, ormai è penetrata in questa destra moderata non più anti-europea, rappresentata da Giorgia Meloni in primis”.
“Dall’altra parte la destra si sta qualificando sempre più, in particolare nell’ultimo anno, in opposizione al Green Deal europeo e alle politiche ambientaliste e climatiche soprattutto applicate all’agricoltura, perché cerca di cavalcare l’onda della protesta agricola che è stata nell’ultimo anno molto forte.
Questi sono due elementi secondo me sono nuovi rispetto alle elezioni di cinque anni fa. Da una parte una destra più europeista, nel senso però della sovranità verso l’esterno non all’interno, dove invece si criticano moltissimo le politiche che da Bruxelles si dice – ma in realtà sono i governi nazionali con il Parlamento europeo che decidono le leggi europee, vengono imposte come per esempio il le bottiglie di plastica con il tappo che non si stacca più, queste cosette che danno molto fastidio alla sovranità ultranazionalista, ma che invece servono per l’ambiente, per la natura e per il Green Deal che ha identificato e caratterizzato la Commissione di von Der Leyen”.
Un interessante cambio di paradigma, perché fino a oggi c’era una grossa difficoltà proprio in questa sfera della sovranità ‘alta’, sulla Politica estera e di difesa Ue ci sono stati progressi ma era qualcosa che restava sempre in secondo piano, mentre il grosso dell’integrazione era sulle politiche interne all’Ue: un cambiamento di paradigma quasi totale.
“Soprattutto – conferma Consoli – se si guarda a cos’era l’antieuropeismo classico degli inglesi: quando il Regno Unito era nell’Ue l’antieuropismo degli inglesi era esattamente l’opposto: accettiamo le regole del Mercato Unico e dell’economia e anche dell’ambiente e il clima, che non rispettano le frontiere, invece adesso siamo all’opposto.
“Adesso si ricomincia a parlare di Difesa europea, e se ne parla come una delle priorità assolute della prossima legislatura, perché sappiamo che l’Europa è impegnata ormai nel sostegno all’Ucraina, ed è una minaccia esistenziale quella che viene dall’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa non può partecipare direttamente ma deve continuare a sostenere l’Ucraina con la propria politica della difesa e industriale della difesa, si parla anche di uno scudo aereo per difendere l’Europa perché si è capito che manca, è una cosa di cui parla molto von Der Leyen ultimamente. Quindi bisognerà guardare a questi nuovi campi di integrazione europea, una vera politica estera, una vera politica di difesa, una vera poltiica geostrategica per l’approvigionamento delle materie prime che ci renda indipendenti dalla Cina per le materie prime necessarie per il digitale e la politica verde, come siamo dipesi per molto tempo dalla Russia sul gas.
“Su questi tre punti della sovranità europea fuori dall’Europa, i partiti della destra conservatrice a partire da Fratelli d’Italia di Meloni, sono abbastanza d’accordo. Non sono d’accordo invece i partiti delle altre detre, quelle più estreme, di Identità e Democrazia (Id)”.
Intervista di Adriano Petrucci
Montaggio: Carla Brandolini e Carlo Molinari
(Una prima videointervista con Lorenzo Consoli è stata pubblicata ieri con il titolo: “Europee, l’analisi: Meloni vuole unire la destra Ue, ma maggioranza lontana”)