Roma, 4 giu. (askanews) – “L’Unione europea, nonostante il 39% del territorio sia coperto da foreste, non ha né una Direzione Generale, né un Servizio, né un’Agenzia dedicata esclusivamente alla gestione multifunzionale del patrimonio boschivo”. Lo affermano in una lettera aperta si candidati al Parlamento Europeo, l’Uncem e la Compagnia delle Foreste.
“Le elezioni europee si avvicinano, ma dai candidati del nostro Paese non si sente parlare di quel 39% della superficie dell’Ue coperta di foreste. Una grande infrastruttura verde a cui si attribuiscono innumerevoli benefici, per le persone e per le imprese, che pare non interessi all’Unione Europea”, si legge nella lettera.
“Tante sono le categorie di persone coscienti di beneficiare di una buona gestione di alberi e foreste, ma per soddisfare con equilibrio le esigenze di tutti serve una visione d’insieme che porti a una gestione multifunzionale. La Commissione Europea, invece, si occupa di foreste attraverso esperti di altri settori che non rappresentano proprietari e i gestori, bensì i beneficiari. È vero che le foreste non rientravano nel trattato di Roma del 1957, primo atto di costituzione della Cee. Tuttavia è ormai ingiustificabile a oltre 67 anni di distanza che l’Europa non abbia mai istituito una struttura amministrativa dedicata alle foreste”, prosegue. “Basti pensare che nel frattempo, con le revisioni del trattato del 1992, del 1997 del 2002 e anche successivamente, sono state istituite ben 39 Direzioni Generali (DG), 11 Servizi e 6 Agenzie, ma nessuna che si occupi espressamente di gestione multifunzionale delle foreste”, evidenzia la lettera.
“Anche per questo le direttive, i regolamenti e i documenti di indirizzo non considerano l’insieme dei beneficiari e quindi la multifunzionalità, ma gli interessi di singole categorie che vengono estesi come se fossero l’interesse prioritario di tutti. Così di produrre direttive, regolamenti e documenti i gestori e i cittadini dell’Europa coperta di foreste si occupano prevalentemente la DG Ambiente (con priorità conservazione) e la DG Agricoltura (con priorità produzione). In entrambi i casi i milioni di proprietari di foreste, pubblici e privati, così come di imprese che si occupano di gestione dei boschi e di valorizzazione dei beni e dei servizi forestali, sono solo portatori d’interesse da consultare a cose quasi fatte”, aggiunge.
“Ci sono tuttavia altri interessi, come quelli connessi alla protezione fisica di strade e abitati da frane e valanghe, alle attività ricreative, al paesaggio, alla gestione della fauna, alla salute, al rallentamento delle piogge intense, alla protezione del suolo, alla mitigazione del microclima locale, allo sviluppo turistico, all’educazione ambientale e a molti altri aspetti che o non vengono affrontati per niente o in contesti in cui sono marginali”, continua la lettera.
“Serve quindi un’azione di coordinamento delle attività dell’Unione Europa per le foreste che può essere garantita solo dalla costituzione di una Direzione Generale, di un Servizio o almeno di un’Agenzia in seno alla Commissione Europea. A ciò si aggiunge che non esistono Programmi di Finanziamento europeo destinati esclusivamente alla gestione multifunzionale di quel 39% di superficie coperto da foreste. Perciò le attività di ricerca e di innovazione sostenute direttamente dall’Ue, da circa 30 anni, sono per lo più concentrate o solo su attività di conservazione o solo su attività produttive. Non va molto meglio con i fondi a gestione indiretta dove le foreste sono una sottocategoria del settore agricolo che ha una produzione lorda 10,5 volte maggiore rispetto al settore forestale, ma riceve risorse 35,1 volte superiori”.