Roma, 3 giu. (askanews) – Una vera e propria svolta per le Indicazioni Geografiche italiane che si candidano a scrivere una nuova pagina del made in Italy, dopo aver contribuito, a partire dagli anni ’90 a oggi, all’affermazione della cosiddetta Dop Economy in tutto il mondo.
Con l’approvazione dell’assemblea dei soci, che si è svolta il 31 maggio in Sardegna, a Villasimius (Ca), i Consorzi di tutela italiani, in rappresentanza di un settore che vale circa 8 miliardi di euro e conta 80mila imprese, si apprestano così a seguire un percorso virtuoso sulla sostenibilità aderendo alla Strategia della FAO che ha messo a punto, in collaborazione con Origin Mondo, una vera e propria road map per facilitare a livello globale l’introduzione di ulteriori criteri di sostenibilità nelle filiere di qualità territoriali.
“Questo ambizioso percorso, che anche Origin Italia sta portando avanti con la FAO, mira a certificare quello che in gran parte è già un valore aggiunto dei prodotti DOP IGP, ovvero il loro insito ruolo di rendere sostenibili i territori d’origine – ha spiegato in assemblea il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi – la necessità di andare verso un modello di sostenibilità condiviso e certificabile ci aiuta a evidenziare due elementi da sempre presenti nel mondo delle IG, il forte legame con il territorio, quindi l’aspetto della sostenibilità sociale, perché difendiamo una cultura, un modo di operare, e nello stesso tempo valorizziamo la forte incidenza economica che i prodotti DOP IGP hanno in zone spesso marginali rispetto ai grandi centri produttivi”.