Roma, 1 giu. (askanews) – Con un’installazione immersiva e una sorprendente e emozionante performance di Quayola l’Istituto Luce festeggia i suoi 100 anni. L’opera digitale “Luce” dell’artista e performer di fama internazionale ha preso vita nello studio 18 di Cinecittà e sarà poi ospitata nel Miac, il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema. L’artista romano ha attinto allo sconfinato patrimonio dell’Archivio Luce per dar vita a nuovi materiali, dei dipinti algoritmici, attraverso una pratica che ibrida tradizione pittorica e ricerca tecnologica.
“Questo lavoro nasce da un mio incontro con Chiara Sbarigia dopo una mia conferenza. – ha spiegato Quayola – Lei ha visto proprio nel mio lavoro una relazione tra passato, presente e futuro, questo sguardo e riflessione su come la tecnologia effettivamente sta cambiando il nostro modo di vivere, di osservare il nostro immaginario, però, in realtà, nel mio lavoro, attraverso uno sguardo ad alcune nostre tradizioni storiche del nostro heritage”.
L’evento rientra all’interno del programma di festeggiamenti per il centenario dell’Istituto, come spiega Sbarigia, Presidente dell’Istituto Luce Cinecittà: “Abbiamo ingaggiato su una cosa molto difficile e innovativa un artista come Quayola, lui ha fatto un grandissimo lavoro sia sulla musica che sulla parte visuale, ha utilizzato i materiali d’archivio in un modo sorprendente e io credo che con questo lavoro ci smarchiamo definitivamente da quell’aria un po’ polverosa che si vuol dare all’Archivio Luce, invece è una fonte di grande creatività”.
In “Luce” le immagini storiche trascendono il loro tempo e attraverso l’utilizzo di algoritmi e intelligenza artificiale diventano pura forma, opera d’arte. Alla presentazione di “Luce” era presente il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, che ha detto: “Quando si pensa agli archivi si pensa a qualcosa di morto, in realtà gli archivi non sono qualcosa di morto, sono le nostre radici, sono da dove veniamo, però sono estremamente vive”.