Milano, 31 mag. (askanews) – Mangiare in compagnia fa bene alla salute: lo confermano due recenti studi, che sono stati presentati durante il nuovo appuntamento del ciclo di incontri “Let’s Talk About Food & Science” promosso dal Gruppo Barilla. Buon cibo e movimento, sono alla base della dieta mediterranea, ma serve qualcosa di più come dimosta la scientific review italiana realizzata da Elisabetta Bernardi e Francesco Visioli.
“E l’ingrediente segreto è la convivialità. In molti sistemi che valutano l’aderenza, la dieta mediterranea viene anche valutata la convivialità come strumento per aumentare l’aderenza, come strumento per diffondere le buone abitudini alimentari. I bambini che mangiano in famiglia, che condividono il pasto, non ottengono soltanto cibo dalla famiglia ma ottengono anche un benessere psicologico” spiega Elisabetta Bernardi, Nutrizionista dell’Università di Bari e divulgatrice scientifica.
La convivialità aggiunge anni felici alla vita perché rafforza i legami familiari e riduce lo stress. Poi secondo la ricerca internazionale dell’Università del Minnesota, l’Italia si conferma leader globale della convivialità con il 74% degli intervistati che consuma 6 o più pasti a settimana in famiglia. Mentre negli USA una persona su 10 mangia sempre da sola.
“La dieta mediterranea è la miglior dieta che si possa seguire per la salute, sia per la composizione degli alimenti, sia per tanti altri componenti come per esempio quello di fare attività fisica, tradizionalmente si lavorava nei campi, e anche di consumare i pasti insieme. Quindi il momento di condivisione, di preparazione prima e di condivisione dei pasti dopo ha un fortissimo effetto sulla nostra salute e sulla prevenzione di alcune patologie. Tra le patologie con la corretta dieta e anche il modo in cui mangiamo questo tipo di dieta aiuta a prevenire sicuramente le patologie cardiovascolari, anche il diabete di tipo 2 che è una delle emergenze a livello mondiale, oltre a livello cardiovascolare e a livello di diabete dobbiamo anche tenere in mente che condividere i pasti, essere felici, rilasciare lo stress ha un fortissimo impatto positivo sulla salute mentale” aggiunge Francesco Visioli Professore Associato di Nutrizione Umana, Dipartimento di Medicina Molecolare, Università di Padova.
Gli italiani hanno riscoperto l’importanza della convivialità durante la pandemia da Covid, pur di condividere il momento del pasto si ricorreva alla tecnologia.
“Diciamo che la tecnologia può essere amica, nel senso che visto che noi siamo degli animali sociali, abbiamo bisogno di condividere e condividiamo anche appunto degli aspetti del nostro modo di alimentarci. Quindi la tecnologia può favorire anche la convivialità. Però allo stesso modo la tecnologia, se uno si isola a cena con il telefonino in mano, è quelli che la convivialità abbia nemmeno. Questo è una cosa da evitare, assolutamente” conclude Elisabetta Bernardi .
Per 8 italiani su 10 il pranzo della domenica resta ancora il momento principale per condividere il pasto, ma la cena dei weekend insidia questo primato. La convivialità resta comunque al centro.