Gardone, 30 mag. (askanews) – Una mostra fotografica al femminile sulla figura di Gabriele D’Annunzio ospitata nel Vittoriale di Gardone Riviera, un progetto che, quanto meno, ribalta lo sguardo su un personaggio affascinante e decisamente controverso. Tra le artiste esposte c’è anche Luisa Menazzi Moretti, che è partita da un legame particolare con il mondo del poeta. “Io ho intitolato il mio lavoro ‘Ricordo, rivedo’ – ha detto ad askanews – perché ho molti ricordi legati al vittoriale in quanto ho frequentato quella zona quando ero bambina, perché il mio bisnonno era il dentista di D’Annunzio, era Arturo Hruska, ed era anche il creatore del giardino botanico adesso della fondazione Heller”.
La mostra, intitolata “Il Vittoriale delle italiane” e inserita nel palinsesto del Brescia Photo Festival, mette in discussione la narrazione tradizionale, tanto a livello ufficiale quanto personale. “Mi sono riavvicinata a D’Annunzio in età adulta per questo progetto – ha aggiunto l’artista – e ovviamente ho acquisito una nuova consapevolezza di questo personaggio. Sicuramente era un uomo straordinario, però era anche un narciso, era anche un uomo ammalato di sesso, era un tossicodipendente. Quindi con il senno di poi ho cercato delle cose diverse da quelle che cercavo quando ero bambina”.
Le fotografie di Luisa Menazzi Moretti uniscono all’aspetto visivo quello letterario, uniscono l’immagine e la parola, stabilendo una corrispondenza biunivoca, che genera il lavoro. “Alla fine ho scelto di concentrarmi sul ‘Libro segreto’ perché volevo parlare soltanto degli ultimissimi anni della sua vita documentati appunto in questa sua ultima opera che è stata pubblicata nel 1935 da Mondadori lui è morto nel 1938, ho isolato dei brani e poi questi brani li ho rappresentati con le mie fotografie”.
Fotografie che giocano anche con la dimensione del colore e usano il rosso e il giallo in maniera vistosa, in riferimento ai colori dello stesso Vittoriale.