Roma, 30 mag. (askanews) – Da oggi in poi, lo scranno numero 14 dell’aula della Camera non sarà più assegnato ad alcun deputato. Sarà di Giacomo Matteotti per sempre. “A perenne ricordo del suo sacrificio”. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana annuncia la novità aprendo la cerimonia a Montecitorio in ricordo del deputato socialista ucciso dai fascisti, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del presidente del Senato, Ignazio La Russa, del vicepresidente della Consulta Giovanni Amoroso, degli ex presidenti delle Camere Luciano Violante Pier Ferdinando Casini, Fausto Bertinotti, Gianfranco Fini, Roberto Fico e della premier Giorgia Meloni.
È della presidente del Consiglio il commento più atteso della giornata. Arriva, a cerimonia in corso, attraverso un comunicato in cui Meloni parla di Matteotti come di “un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”. Parole salutate da diversi commentatori come un passo avanti ma che, come sottolinea l’ex leader di An Fini, rappresentano “la storia. D’altra parte Dumini, colui che guidava la squadraccia, era notoriamente iscritto al partito fascista”. “Esattamente 100 anni fa – ricorda Fontana aprendo la cerimonia dopo aver inaugurato con il capo dello Stato la mostra allestita in Transatlantico – dallo scranno di quest’Aula dove è stata apposta una targa in suo ricordo, Giacomo Matteotti pronunciò il discorso che gli sarebbe costato la vita”. Quel discorso, con cui Matteotti denunciò la violenza squadrista che aveva caratterizzato le elezioni del 1924 e ne chiese l’annullamento, viene letto in aula da Alessandro Preziosi. L’attore, dallo scranno che in questa legislatura è stato del deputato Avs Devis Dori, recita, insieme alle parole che costarono la vita a Matteotti, anche le continue interruzioni dei deputati fascisti e dell’allora presidente dell’Assemblea Alfredo Rocco che lo invitava a proseguire “ma prudentemente”: “Io chiedo di parlare non prudentemente, né imprudentemente, ma parlamentarmente!”, la replica del deputato. Un passaggio che strappa l’applauso dell’Emiciclo di un Parlamento – quello di oggi – sempre più di frequente svuotato delle sue funzioni legislative.
Fanno riflettere, a questo proposito, le parole di Violante chiamato insieme a Bruno Vespa e allo storico Emilio Gentile a tracciare un ricordo di Matteotti: “Questo Parlamento è quello che Matteotti pensava dovesse essere?”, si chiede l’ex presidente della Camera. La domanda, visto il prosieguo dell’intervento, appare retorica: “L’attuale frammentazione sociale, insieme a una legge elettorale inidonea, rendono difficile per un parlamentare svolgere la sua funzione di rappresentante della Nazione. Oggi il politico non dice più sceglimi perché ti rappresento ma perché ti somiglio”. Ma, avverte Violante, “i Parlamenti non possono solo dibattere, alla fine devono decidere: la rappresentanza parlamentare non è un evento teatrale, è una sintesi che deve neccessariamente portare a una decisione politica. La crisi che portò al fascismo e all’omicidio di Matteotti fu anche una crisi di decisione delle vecchie classi dirigenti. Proprio la tragica storia di Matteotti ci insegna che le democrazie incapaci di decidere aprono ai cancelli dell’autoritarismo. Ciascuna dittatura è diversa dalla altre ma tutte hanno un punto in Comune, non tollerano i Parlamenti”.
Le parole di Matteotti, pronunciate con passione da Preziosi, sono da standing ovation. Tutti in piedi. C’è la segretaria Pd Elly Schlein e diversi parlamentari dem, non c’è il leader M5s Giuseppe Conte, impegnato in campagna elettorale in Sicilia. Un paio i leghisti presenti, per Forza Italia c’è il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. Per Fdi il capogruppo al Senato Lucio Malan, il presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone. Per il governo i ministri Gennaro Sangiuliano, Carlo Nordio, Luca Ciriani, Andrea Abodi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Il leader di Avs Angelo Bonelli nota “la freddezza” di La Russa “di fronte agli applausi” per Preziosi. “Preoccupa”, dice e commenta: “Ma da chi conserva orgogliosamente il busto di Mussolini a casa non possiamo meravigliarci che cambi”.
A riempire l’Aula oggi sono soprattutto oltre 300 studenti e studentesse, tra loro gli alunni delle classi vincitrici del concorso “Matteotti per le scuole” premiate dai presidenti di Camera e Senato. “I loro lavori – dice Fontana – ci ricordano che la sua morte non è stata vana. Matteotti resta uno straordinario esempio di rigore morale e impegno civile per i nostri giovani”. Anche Schlein li elogia quando, a cerimonia finita, fanno la fila in Transatlantico per scattare un selfie con la segretaria dem: “Continuate così, abbiamo bisogno del vostro impegno”.