Roma, 22 mag. (askanews) – I siti istituzionali dei Comuni italiani non sono accessibili; il 68% dichiara di essere conforme alla Legge Stanca ma in realtà non lo è; Il 100% dei comuni esaminati presenta dichiarazioni non completamente conformi agli standard richiesti, con vari errori di accessibilità; da Milano a Napoli, passando per Venezia, il curriculum dei sindaci non è reperibile sul web o, nella migliore delle ipotesi, è in formato non accessibile.
A mettere a fuoco il grave ritardo in materia di accessibilità digitale dei portali degli Enti Locali italiani è il report “Accessibilità digitale dei Comuni d’Italia 2024” realizzato da AccessiWay, start up under 30 che si occupa di promuovere una cultura dell’accessibilità digitale per consentire agli oltre 13 milioni di cittadini che vivono una condizione di disabilità di poter liberamente godere del diritto alla fruizione dei servizi e contenuti online.
Lo studio è stato presentato ieri nel corso del workshop al ForumPa dal titolo PA di Tutti PA per Tutti: Inclusione Digitale per l’accesso ai servizi al cittadino. Scopo della ricerca, prima nel genere in Italia, è quello di offrire una breve “fotografia” della situazione dell’accessibilità, aggiornata ad aprile 2024, dei comuni italiani. Più precisamente si vuole vedere quali sono i livelli di accessibilità digitale che il cittadino trova nell’espletare le principali funzioni on-line. Per poter far ciò sono stati utilizzati come campioni i 20 comuni italiani che sono anche capoluoghi di Regione.
In particolare, per ogni comune sono stati analizzati 3 documenti pdf che potrebbero essere interessanti per il cittadino, compresi anche cittadini con disabilità: curriculum del sindaco; regolamento edilizio comunale; regolamento della gestione dei rifiuti urbano o della raccolta differenziata. Successivamente sono stati analizzati anche siti Web dei comuni e, particolarmente: la dichiarazione di accessibilità; il livello di accessibilità delle prime 20 pagine Web su massimo 5 sottolivelli.
“Nonostante l’esistenza di normative specifiche e gli sforzi profusi – spiega Edoardo Arnello ceo di AccessiWay – i risultati dimostrano che molte pratiche attuali non sono sufficienti per garantire un’effettiva accessibilità. Questa situazione, purtroppo, non è unica per l’Italia ma si riflette in un contesto globale dove il divario digitale persiste nonostante l’avanzamento tecnologico. Il problema dell’accessibilità digitale non è meramente tecnico o normativo ma è una questione di inclusione sociale. Le tecnologie digitali, che dovrebbero essere strumenti di empowerment e inclusione, diventano invece barriere quando non sono accessibili a tutti. Questo limita non solo l’accesso a servizi fondamentali ma anche la partecipazione attiva alla vita sociale e civica di persone con disabilità”.
Il metodo della ricerca. Per analizzare i documenti PDF è stato utilizzato lo strumento PAC (PDF Accessibility Checker), un che esegue una serie di controlli automatici sui documenti PDF per identificare problemi di accessibilità comuni, come la mancanza di alternative testuali per le immagini, problemi di navigazione, l’uso inappropriato del colore come unico mezzo di comunicazione, e molto altro. Il software consente un report dettagliato delle criticità riscontrate, come ad esempio, il fatto che solo 31 documenti su 60 hanno il titolo, solo 6 documenti su 60 hanno tag, titolo e lingua definiti; 4 curriculum dei sindaci su 20 non sono presenti nel sito del Comune.
Dichiarazioni di accessibilità. Dal report emerge dai comuni analizzati che il 100% dei comuni non è accessibile e presenta diversi errori accessibilità; il 21% dei comuni possiede una dichiarazione di accessibilità “alternativa”, realizzata utilizzando un modello diverso da quello fornito da AgID; il 37% dei comuni ha scritto la dichiarazione di accessibilità utilizzando i criteri WCAG 2.0, ormai obsoleti. La dichiarazione di accessibilità più obsoleta è quella del Comune di Milano; il sito del Comune di Torino non possiede certificati di sicurezza e quindi viene categorizzato come “sito non sicuro”.
Siti Web comunali. Sono state analizzate le prime 20 pagine Web di ogni sito dei capoluoghi di regione, scegliendo come livello di profondità, il quinto. Di tutti i criteri analizzati automaticamente: solo il 57% sono conformi alla normativa; il 20% sono avvisi di pericolo; il 23% evidenziano errori gravi.
I numeri in Italia. L’accessibilità digitale è un diritto essenziale spesso negato ad oltre un miliardo di persone, nel mondo, con disabilità e bisogni specifici. Appena il 3% circa del web è realmente accessibile, mentre circa il 90% dei siti internet non sono adeguati alle tecnologie assistive. Sono alcuni numeri che fotografano un disagio, prima di tutto la negazione di un diritto, che in Italia danneggia oltre 13 milioni di cittadini ai quali quotidianamente viene impedito di accedere al mondo digitale. Secondo i dati più recenti, nel nostro Paese ci sono 2 milioni di persone con disabilità visiva, oltre 3 milioni di persone con limitazioni funzionali importanti, 2,5 milioni di persone con daltonismo, 500mila persone con epilessia, 3 milioni di persone con Dsa, mentre fra gli adolescenti circa il 7% ha una diagnosi di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività). In Italia, secondo uno studio condotto da AccessiWay, sono pochissimi i siti, le applicazioni mobili e i documenti digitali in grado di rispondere al 100% ai requisiti richiesti per l’accesso completo delle persone con disabilità.