Roma, 21 mag. (askanews) – L’Assemblea Capitolina ha terminato l’esame e approvato la delibera di modifica dello Statuto della Fondazione Teatro di Roma che introduce al suo interno una doppia direzione. La scelta, nonostante sia arrivata a mediare la rottura del Campidoglio con Mic e Regione Lazio, non ha soddisfatto le opposizioni capitoline.
“Il gruppo di Fdi – ha spiegato la consigliera Francesca Barbato – non prenderà parte al voto perché abbiamo subìto questo epilogo. Ricordo quei giorni, gli artisti che protestavano, poi traditi da questo epilogo che voi approverete. Ha rappresentato una brutta pagina della politica cittadina ai danni di un’istituzione culturale, di un grande valore aggiunto per la città. Sicuramente abbiamo avuto de punti di vista molto diversi su quello che è successo in quella notte particolare. Ciascuno – ha sottolineato l’esponente di Fdi – ha ritenuto di avere un diritto leso, non sarà quest’aula a trovare una condivisione, sicuramente si trova un compromesso. Ma un compromesso su un’istituzione culturale era, forse, da evitare”.
I giorni in cui il Campidoglio si è opposto all’indicazione della direzione fatta da Mic e Regione Lazio, secondo Marco Di Stefano di Noi Moderati, che non ha partecipato al voto, “sono stati pessimi perché c’è stato il tentativo di appropriazione della cultura da parte di qualcuno. Alcuni artisti e esponenti della politica lamentavano addirittura, un blitz nazista o fascista, atteggiamenti squadristi attribuiti a un’istituzione come la Regione Lazio. Atteggiamento insolito – secondo Di Stefano – anche da parte di artisti che probabilmente vivono a ricasco di alcune amministrazioni, altrimenti come ci si può permettere di entrare nel merito, con dei girotondi, se la politica decide per questo o quel direttore generale, come è proprio compito”. L’auspicio, secondo Di Stefano “era che la politica potesse trovare una mediazione ma questa è la mediazione peggiore. Una sintesi che prevede ulteriori lauti stipendi che pagheranno i romani e la possibilità, in statuto, di prevedere infiniti vice direttori artistici, forse per accontentare tutto l’arco della politica”.