Budapest, 20 mag. (askanews) – Il cubo di Rubik compie 50 anni. Qualcuno all’inizio disse che quel rompicapo multicolore, inventato da Erno Rubik nel 1974, non avrebbe avuto una grande fortuna, invece, ancora oggi, mezzo secolo dopo, il suo successo taglia trasversalmente almeno 3 generazioni.
Scopo del gioco, ricomporre le 6 facciate colorate spostando, con sapienti movimenti, i 9 piccoli quadrati che compongono ciascuna di esse; un grande esercizio di metodo e logica, di connessione tra mente e mani.
“Penso che sia molto importante e per me è un gran cosa che possa ricordarci quanto sia fondamentale lavorare con le mani, per trasformare materiali o apportare cambiamenti nel mondo – ha detto l’inventore del celebre passatempo, oggi 79enne –
L’altra ricchezza o, se vogliamo, la potenza del Cubo è che ogni volta il compito è diverso perché ci sono tante combinazioni potenziali. Se qualcuno ci gioca ogni giorno per centinaia o un migliaio di anni, non avrà comunque abbastanza tempo per provare tutte le possibili combinazioni”.
Si calcola che vi siano più di 43 quintilioni (cioé miliardi di miliardi) di possibili modi per risolverlo. Eppure milioni di appassionati in tutto il mondo si cimentano in competizioni per venirne a capo in tempi da guinnes (il record attuale è 3,13″ del 21enne statunitense Max Park).
Rubik, professore ungherese di architettura, non avrebbe mai pensato, nella primavera di 50 anni fa, che il suo rompicapo avrebbe conquistato il mondo (e lo avrebbe sistemato a vita). Ad oggi sono state vendute più di 500 milioni di copie del cubo, senza contare la miriade di contraffazioni, oltrepassando anche la Cortina di ferro in piena guerra fredda e diventando un vero e proprio simbolo di complessità e intrighi da risolvere, capace di veicolare anche sentimenti ed emozioni.
“Ho ricevuto tanti ringraziamenti dalle persone in questo senso – ha concluso Rubik – il Cubo ha creato anche dei matrimoni e molte altre cose. È una sensazione molto piacevole sapere di aver fatto qualcosa di buono per la gente”.