Roma, 20 mag. (askanews) – Il giorno dopo, in Iran, è quello delle conferme. Ieri lo schianto dell’elicottero in una zona impervia dell’Azerbaigian orientale. Oggi l’annuncio del governo: il presidente Ebrahim Raisi è morto. La Repubblica islamica piange il suo “martire in servizio”, e con lui tutte le vittime dell’incidente. Tra loro, anche il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian. La Guida suprema Ali Khamenei ha deciso di decretare cinque giorni di lutto nazionale e, secondo quanto previsto dalla Costituzione, ha già dato il via libera alle successioni ad interim: il primo vicepresidente Mohammad Mokhber assume la presidenza, con il compito di preparare nuove elezioni entro i prossimi 50 giorni, il viceministro Ali Bagheri Kani guiderà la diplomazia iraniana fino alla formazione del nuovo governo. Intanto le spoglie di Raisi, Amirabdollahian e delle altre vittime – almeno otto, secondo la stampa iraniana – sono in viaggio verso Tabriz, dove domani dovrebbe avere luogo una cerimonia funebre, secondo quanto annunciato dall’agenzia Tasnim. Tutte le attività culturali e artistiche in Iran saranno sospese per sette giorni.
“Seguiremo il percorso del presidente Raisi nell’adempiere ai compiti assegnati senza alcuna interruzione”, ha subito confermato Mokhber, che questa mattina ha partecipato a una riunione d’emergenza del governo e dei tre massimi esponenti del potere esecutivo, legislativo e giudiziario del Paese. “Il presidente del popolo iraniano, che ha servito il grande popolo iraniano solo sulla via del progresso del paese, ha mantenuto la sua promessa e ha sacrificato la sua vita per la nazione”, ha affermato il governo della Repubblica islamica. “Assicuriamo alla nostra nazione leale, grata e amata che il cammino dell’onore e del servizio continuerà (…) con l’aiuto di Dio Onnipotente e in compagnia di un popolo onorevole”, ha concluso il governo di Teheran, garantendo che “non ci sarà alcuna ripercussione nella gestione del Paese”. Intanto Khamenei, ufficializzando la sua nomina, ha ricordato a Mokhber cosa prevede la Costituzione, all’articolo 131: “E’ tenuto ad adottare misure affinché il nuovo Presidente della Repubblica sia eletto entro cinquanta giorni al più tardi”. Un impegno che il capo di Stato ad interim porterà a termine assieme al Consiglio dei Guardiani della rivoluzione – organo composto da 12 membri incaricati di supervisionare le elezioni e la legislazione in Iran.
Parallelamente procederanno le indagini sullo schianto dell’elicottero. La causa dell’incidente non è ancora nota. Nel momento in cui l’elicottero è precipitato al suolo, le condizioni meteo erano pessime. C’era una fitta nebbia e il velivolo potrebbe avere urtato la cima di una delle montagne presenti nell’area. Diversi osservatori, d’altra parte, hanno evidenziato le precarie condizioni degli aerei da trasporto in Iran, conseguenza di una scarsa manutenzione legata alle sanzioni americane. Il presidente e il primo ministro viaggiavano a bordo di un elicottero Bell 212, secondo le agenzie di stampa ufficiali. Questo modello, fabbricato negli Stati Uniti, non può essere stato venduto in Iran dopo la rivoluzione del 1979, riferisce la Bbc. E dopo le sanzioni del 2008, i pezzi di ricambio di questi aerei sono diventati troppo costosi e quindi meno sostituiti, ha spiegato un funzionario di Teheran a Le Figaro. Al momento, del tutto in secondo piano, sebbene non esclusa del tutto, resta la possibilità di un’azione ostile. A questo proposito però Israele – a cui tutti guardano con interesse anche a seguito dei trascorsi più recenti tra le due parti – ha fatto sapere, seppure non ufficialmente e tramite un funzionario anonimo, di non essere coinvolto in alcun modo nell’incidente.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che stamattina ha partecipato a una riunione convocata a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, da questo punto di vista ha voluto “rassicurare tutti”. “I messaggi che arrivano da Teheran sono tranquillizzanti, tutto lascia pensare che si sia trattato di un incidente causato dal maltempo o di un incidente causato da un guasto all’elicottero. Noi abbiamo espresso le nostre condoglianze al popolo iraniano”, ha detto. “Ci auguriamo che la nuova classe dirigente che guiderà l’Iran possa lavorare per la pace, per la stabilità dell’intera area del Medio Oriente e che ci possa essere pace e dialogo”, ha aggiunto Tajani.
A poche ore dal ritrovamento del relitto, andato completamente a fuoco dopo lo schianto nei pressi del villaggio di Uzi, nelle foreste di Asbaran, Raisi è stato omaggiato in patria e all’estero, da paesi vicini e alleati dell’Iran. Khamenei ha pubblicato un omaggio al presidente dopo la sua morte in un post su X: il leader supremo ha pubblicato una foto sua e di Raisi con un breve messaggio che fa riferimento all’Imam Reza, ottavo imam dell’Islam sciita e figura venerata in Iran. Tra i leader internazionali, messaggi di cordoglio sono arrivati dal primo ministro indiano Narendra Modi, dal suo omologo iracheno Mohammed Shia Al Sudani e dal capo del goverbo pachistano Shehbaz Sharif. Ma anche dai presidenti di Turchia e Cina, Recep Tayyip Erdogan e Xi Jinping.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro si è detto “scioccato dalla terribile notizia” di “dover dire addio a un persona esemplare, un leader mondiale eccezionale… protettore della sovranità del suo popolo”. Il presidente del Consiglio dell’Unione europea, Charles Michel, ha espresso le sue “sincere condoglianze”, mentre il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha sottolineato il ruolo avuto da Raisi e Amirabdollahian per la cooperazione tra Mosca e Teheran. “Erano conosciuti in Russia come veri e affidabili amici del nostro Paese, il loro ruolo nel rafforzare la cooperazione reciprocamente vantaggiosa e un partenariato basato sulla fiducia tra Russia e Iran è inestimabile”, ha affermato Lavrov.
Messaggi di cordoglio sono arrivati anche dal movimento estremista palestinese Hamas e dai gruppi Houthi dello Yemen ed Hezbollah del Libano. Hamas ha espresso il proprio dolore al leader supremo iraniano Ali Khamenei, al governo e al popolo iraniano “per l’enorme perdita” e ha sottolineato che Raisi ha sempre sostenuto la causa palestinese e si è opposto a Israele. Il gruppo ha anche condiviso la fiducia che le “istituzioni profonde” dell’Iran supereranno le “conseguenze della pesante perdita”.
“Le nostre più sentite condoglianze vanno al popolo iraniano e alla leadership iraniana”, ha detto da parte sua l’alto funzionario del movimento Houthi nello Yemen, Mohamed Ali Al-Houthi. “Il popolo iraniano continuerà ad avere leader fedeli al proprio popolo. Il presidente del governo guidato dagli Houthi dello Yemen, Mahdi Al-Mashat, ha inviato un messaggio di cordoglio e condoglianze” all’Iran dopo la morte di Raisi, ha aggiunto.
Il movimento sciita libanese Hezbollah ha paragonato Raisi a un “fratello maggiore”. “Hezbollah in Libano esprime le sue più sentite condoglianze e sentimenti di simpatia per la perdita”, si legge in una dichiarazione del gruppo. “Conosciamo da vicino Sua Eminenza il presidente martire da molto tempo. Per noi è stato un fratello maggiore, un forte sostenitore e un convinto difensore dei nostri problemi e di quelli della nazione, in particolare Gerusalemme e la Palestina, e un protettore dei movimenti di resistenza”.
Di “colpo strategico monumentale e irreparabile” per il regime di Teheran ha parlato infine l’opposizione iraniana in esilio, rappresentata dalla presidente del Consiglio nazionale della resistenza iraniana (CNRI), Maryam Rajavi. “Innescherà una serie di ripercussioni e crisi all’interno della tirannia teocratica”, ha precisato Rajavi, auspicando che l’evento “inciti i giovani ribelli ad agire”. (di Corrado Accaputo).