Roma, 17 mag. (askanews) – Il Rosatellum lede il diritto dei cittadini italiani a libere elezioni? È quanto chiede la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) al governo italiano in seguito al ricorso dell’ex segretario dei Radicali Italiani Mario Staderini presentato dopo le elezioni politiche del 2022. La richiesta all’esecutivo, resa nota dallo stesso Staderini, risale a febbraio. Il governo deve presentare la propria memoria difensiva entro il 29 luglio.
Sotto accusa il meccanismo della legge elettorale che prevede l’impossibilità di operare un voto disgiunto tra parte maggioritaria e parte proporzionale: il Rosatellum, infatti, prevede che un terzo del Parlamento sia eletto con sistema maggioritario e due terzi con sistema proporzionale ma all’elettore viene fornita una sola scheda per la Camera e una sola per il Senato e non è possibile votare per un candidato uninominale e una lista se tra loro non sono collegati.
Domanda la Cedu: vietando agli elettori di votare nel sistema proporzionale una lista o una coalizione diversa da quella scelta col maggioritario la legge “lede il diritto dei ricorrenti di esprimere liberamente la propria opinione sulla scelta del Corpo legislativo in libere elezioni, ai sensi dell’articolo 3 della Protocollo 1 Cedu” sul diritto a libere elezioni?
Non solo. La Corte chiede anche se non “minino il rispetto e la fiducia dei ricorrenti nell’esistenza di garanzie di libere elezioni” anche tre leggi approvate prima delle ultime elezioni politiche del 25 settembre 2022: la legge costituzionale che ha ridotto il numero dei parlamentari, il conseguente decreto sulla redistribuzione dei seggi elettorali e la legge che, a pochi mesi dal voto, nel mese di giugno, ha esentato alcuni partiti dall’obbligo di raccolta delle firme per la presentazione delle liste a livello nazionale.
L’ultima questione che la Cedu pone al governo è se i ricorrenti disponevano della possibilità di presentare un ricorso dinanzi a un organismo nazionale per verificare il rispetto dell’articolo 3 del Protocollo.