Roma, 16 mag. (askanews) – Arrivano in Aula Giulio Cesare le modifiche allo statuto della Fondazione Teatro di Roma che ne permetteranno una guida bipartita ma condivisa tra Mic e Regione Lazio e Comune di Roma.
“Tali modifiche sono state già oggetto di decisione della Giunta Gualtieri dello scorso 9 aprile – ha ricordato ai consiglieri capitolini l’assessore alla Cultura Miguel Gotor presentando l’atto nella seduta odierna del Consiglio comunale – e hanno incontrato il parere favorevole della commissione capitolina Cultura e della commissione capitolina Bilancio che sono espresse l’8 maggio a seguito di una seduta congiunta per cui rinnovo i miei ringraziamenti alle presidenti Battaglia e Tempesta”.
Come noto, ha spiegato Gotor “la necessità di modificare nuovamente lo statuto di è verificata a seguito del mancato accordo tra i rappresentanti dei soci nel Consiglio di amministrazione circa la nomina del direttore generale a seguito dell’esperimento di un avviso pubblico per la selezione dello stesso. In quel momento i consiglieri di amministrazione nominati dalla Regione Lazio e dal ministero della cultura. Hanno scelto un direttore generale in una seduta – ha sottolineato Gotor – la prima seduta del consiglio d’amministrazione della nuova Fondazione, che non ha visto la partecipazione del presidente Francesco Siciliano e dei consiglieri di Roma Capitale”.
Di fronte a questo atto, ha continuato Gotor “il sindaco Gualtieri ha reagito con fermezza lo scorso 23 gennaio, quando ha riferito qui in assemblea capitolina, e l’assemblea, voi, avete approvato all’unanimità l’ordine del giorno 2/2024 che impegnava l’amministrazione ‘a tutelare le prerogative di Roma Capitale quale socio della fondazione verificando se ci fosse la possibilità di ricondurre le interlocuzioni con gli altri soci – Regione e ministero – su un binario di normalità e di rispetto adoperandosi per una modifica dello statuto che tenesse conto dell’importanza dei conferimenti, e che quindi non consentisse più di estromettere il socio di Roma Capitale che contribuisce in via preponderante al bilancio della Fondazione’ e che, in più è proprietaria dei teatri dove la stessa svolge le proprie attività, e che non fosse estromesso il Comune dalle decisioni più importanti della vita dell’ente tra le quali, per l’appunto, la scelta del direttore generale in alternativa”. .(Segue)