Milano, 16 mag. (askanews) – Sei persone su dieci, nel mondo, ignorano che il web e la navigazione su Internet siano causa di emissioni di C02. Così come mandare una mail o usare l’intelligenza artificiale, o immagazzinare foto sul telefonino foto. E il problema sta diventando sempre più grande: le principali big tech del mondo – Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft e Nvidia – emettono complessivamente più Co2 della Repubblica Ceca (130,1 milioni di tonnellate) e consumano più energia di paesi come Belgio o Cile (91 milioni di MWh). Nonostante gli sforzi di queste aziende, il trend è destinato a peggiorare nei prossimi anni anche a causa della diffusione dell’Intelligenza Artificiale, che per migliorarsi ed essere usata ha bisogno di una sempre più crescente quantità di energia.
Sono queste le principali novità contenute all’interno del Terzo rapporto 2024 dell’Osservatorio Esg Big Tech di Karma Metrix, società che misura, compara e migliora l’impatto sull’ambiente dei siti web e che, per l’occasione, ha analizzato gli ultimi bilanci di sostenibilità dei sei colossi tecnologici americani per capire il loro impatto sull’ambiente e delineare gli scenari futuri della sostenibilità del digitale.
Dall’analisi emerge che le big tech sopra citate continuano ad essere estremamente energivore, tanto che negli ultimi 3 anni il loro consumo energetico è cresciuto del 48%, ad un ritmo 5 volte superiore alla crescita del consumo mondiale. Se fossero una nazione, queste 6 aziende occuperebbero il 37esimo posto nel mondo per consumi energetici, appena sopra il Cile e subito dopo il Bangladesh (che conta una popolazione di circa 170 milioni di persone). In termini di emissioni di Co2, il dato aggregato Big Tech si attesta a 130,1 milioni di tonnellate annue, ovvero più di quanta ne emette ogni anno la Repubblica Ceca.
Le aziende tech che hanno aumentato il loro inquinamento digitale sono quelle che stanno investendo di più nell’intelligenza artificiale. In tre anni (dati 2020, 2021, 2022) Microsoft, con 16,7 milioni di tonnellate, registra un +41,8%. Meta con 8,5 milioni di tonnellate mostra un incremento significativo del +66,4%, mentre Nvidia con 2,7 milioni di tonnellate di CO2 annue mostra un aumento del +104% rispetto al periodo precedente. Il colosso del cloud e e-commerce Amazon ha prodotto più di 71 milioni di tonnellate, in aumento del +17,5%. In controtendenza positiva invece Google , che con 10,1 milioni di tonnellate segna una flessione della CO2 emessa (-1,3%) e Apple che con 20,6 milioni di tonnellate di Co2 emesse ha ottenuto una riduzione del -8,8% delle emissioni nella forbice 20/22.
L’impatto delle big tech sull’ambiente non si traduce solo in consumi energetici ed emissioni di Co2, ma anche sulla quantità d’acqua necessaria per raffreddare i loro data center. Soltanto Google, per esempio, nel 2022 ha consumato oltre 21 milioni di metri cubi d’acqua, il 63% in più rispetto al 2019. Questa quantità d’acqua basterebbe a dissetare per un anno circa 24 milioni di persone.
Va detto, al contempo, che tutte le aziende analizzate nel report ESG dichiarano e mostrano impegni concreti per alleggerire il loro impatto sul pianeta. Alcuni esempi: Amazon ha annunciato di voler generare più acqua di quella consumata entro il 2030, Meta, recuperando 2,3 miliardi di litri vuole diventare Water Positive entro il 2030. Microsoft è invece la prima big tech water positive, ripristinando oltre il doppio dell’acqua che consuma e, attraverso i suoi progetti, fornendo acqua potabile ad oltre mezzo milione di persone. Qualcosa si muove anche sui consumi energetici. Amazon dichiara, ad esempio, di utilizzare il 90% di energia da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di raggiungere il 100% entro l’anno 2025. Anche Apple ha comunicato di voler ridurre le emissioni del 75% entro il 2030, mentre Google punta ad utilizzare esclusivamente energia 100% carbon free entro lo stesso anno. Infine Nvidia, la realtà con la percentuale di crescita più impattante, che sta lavorando sull’AI per rendere i suoi prodotti più efficienti e ridurre drasticamente il numero di emissioni.
La ricerca è stata realizzata da Karma Metrix, con la collaborazione con il Master in Comunicazione per le Relazioni Internazionali dell’Università IULM di Milano “Il terzo osservatorio ESG Big tech – ha affermato il Ceo di Karma Metrix Ale Agostini – ha confermato che non ci sono pasti gratis: anche digitale e intelligenza artificiale impattano in modo crescente sul cambiamento climatico. È fondamentale diffondere la consapevolezza e intensificare gli sforzi di tutte le aziende per renderlo più sostenibile. Sito web, App o AI: il digitale è sempre più energivoro è la parola d’ordine deve essere misurare e rendicontare la sostenibilità digitale. Fino a quando non avremo solo fonti di energia pulite, l’unica strada è risparmiare e limitare le emissioni di CO2 derivanti dalle tecnologie digitali”.