Roma, 16 mag. (askanews) – La spaccatura che da tempo covava in seno al governo israeliano è esplosa, dopo che il ministro della Difesa Yoav Gallant ha sfidato il primo ministro Benjamin Netanyahu a elaborare piani per il “giorno dopo” la guerra a Gaza, dicendosi contrario a qualsiasi soluzione che preveda il dispiegamento sul territorio dell’esercito o di un’amministrazione civile israeliana.
“Chiedo al Primo Ministro Benjamin Netanyahu di prendere una decisione e dichiarare che Israele non avrà alcun potere civile sulla Striscia di Gaza, che non ci sarà alcuna amministrazione militare israeliana nella Striscia di Gaza e che sarà promossa immediatamente un’alternativa ad Hamas nella Striscia di Gaza. Per il bene futuro del Paese, dobbiamo prendere decisioni difficili che diano priorità all’interesse nazionale rispetto a qualsiasi altra considerazione, anche se ciò comporta costi personali o politici”.
I commenti di Gallant, immediatamente sostenuto dal suo collega ministro nel gabinetto di Guerra Benny Gantz, hanno provocato una rapida reazione di Netanyahu, con una dichiarazione videoregistrata, in cui dice di rifiutare la sostituzione di Hamas con Fatah, il partito che governa l’Autorità palestinese dell’anziano presidente Mahmoud Abbas (noto in Italia come Abu Mazen), al potere in Cisgiordania: “Non sono disposto a scambiare “Hamastan” con “Fatahstan”. Dopo il terribile massacro del 7 ottobre, ho ordinato la distruzione di Hamas. I soldati dell’Esercito israeliano e le forze di sicurezza stanno combattendo per questo. Finché Hamas rimarrà intatto, nessun’altra entità interverrà per gestire civilmente Gaza, certamente non l’Autorità Palestinese”.
Ma se Netanyahu ha evitato di attaccare direttamente Gallant, consapevole della sua capacità e popolarità, che già una volta l’anno scorso lo hanno costretto a richiamarlo in servizio dopo averlo licenziato, non altrettanto hanno fatto altri ministri : il ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra, Itamar Ben-Gvir, ha subito detto di Gallant che deve essere sostituito per raggiungere gli obiettivi della guerra”. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha accusato invece il collega Gallant di avere “annunciato il suo sostegno alla creazione di uno stato terrorista palestinese”.
E alle tensioni nel governo israeliano continua a guardare, non senza interesse, Hamas. Il leader politico del movimento estremista palestinese, Ismail Haniyeh, ha insistito sul fatto che il gruppo dovrà essere coinvolto nella decisione sul governo del dopoguerra a Gaza, insieme ad altre fazioni palestinesi.