Roma, 16 mag. (askanews) – Annata difficile per il grano duro made in Italy. Le previsioni del Crea, rese note oggi nel corso dei Durum Days a Foggia, indicano un calo produttivo di circa l’8% su base annua,”dovuto alle condizioni climatiche particolarmente gravi che hanno interessato l’areale meridionale di coltivazione, soprattutto in Sicilia, mentre, in tutto il resto delle regioni italiane, invece, le stime produttive sono molto buone.
“Unica incognita è legata all’andamento meteorologico delle prossime settimane che potrebbe compromettere lo stato fitosanitario della coltura. È chiaro che in un quadro così delicato, con gli effetti dei cambiamenti climatici a farla da padrone, diventa fondamentale il contributo della Ricerca”. Lo ha detto Nicola Pecchioni, direttore del Crea Cerealicoltura e Colture Industriali, intervenendo all’appuntamento annuale per fare il punto con tutti gli attori della filiera, sulla produzione di grano attesa in Italia e nel mondo, che si è svolto oggi presso la Camera di Commercio di Foggia.
La durogranicoltura in questi ultimi anni affronta scenari più complessi, sia per la crescita dell’impatto dei cambiamenti climatici, sia per la diversità di scelte del consumatore e di sistemi colturali possibili. Le aziende cerealicole hanno estremamente bisogno di stabilità di produzione e qualità e la genetica assieme alla rivoluzione digitale in agronomia possono davvero rappresentare la svolta. Il genoma del grano duro, infatti, non è stato soltanto decifrato, ma costituisce oggi una risorsa per nuovi modelli di selezione basati sulla conoscenza del DNA e facilita lo sviluppo delle TEA, Tecnologie di Evoluzione Assistita.
Le ricerche in corso presso la sede CREA di Foggia stanno sfruttando le nuove tecnologie NGS (Next Generation Sequencing) per caratterizzare l’agrobiodiversità coltivata del grano duro e successivamente identificare il ruolo che le diverse varianti genetiche hanno sui caratteri importanti per la produzione, come, per esempio, quelle che regolano le fasi del ciclo del grano, le resistenze a tre diverse specie di ruggine (malattie fogliari del grano) la pigmentazione della granella per lo sviluppo di alimenti funzionali: tutte individuate e pubblicate in riviste scientifiche internazionali.