Roma, 16 mag. (askanews) – L’avvocato generale della Corte di giustizia europa Manuel Campos Sanchez-Bordona ha chiesto al tribunale di annullare la decisione con la quale la Bce nel 2016 si era opposta all’acquisizione della partecipazione qualificata da parte di Silvio Berlusconi e della Fininvest in Banca Mediolanum.
Si tratta di una lunga vicenda. A ottobre 2014 la Banca d’Italia aveva ritenuto che Berlusconi non soddisfacesse più il requisito di onorabilità richiesto dal decreto ministeriale 144/1998, per effetto della condanna definitiva per il reato di frode fiscale a seguito di una sentenza di Cassazione di agosto 2013.
Pertanto la Banca d’Italia aveva, da un lato, ordinato la sospensione dei diritti di voto dei ricorrenti e la cessione delle loro partecipazioni eccedenti il 9,99% nella Mediolanum e, dall’altro, respinto la richiesta di autorizzazione presentata da questi ultimi allo scopo di detenere una partecipazione qualificata.
La Mediolanum, società di partecipazione finanziaria mista quotata in borsa, sino al 30 dicembre 2015, deteneva il 100% del capitale di Banca Mediolanum. La Fininvest deteneva il 30,1% del capitale sociale della Mediolanum e la Fin. Prog. Italia deteneva il 26,5% del capitale di tale società.
Berlusconi e Fininvest avevano impugnato il provvedimento dinanzi al Tribunale amministrativo regionale per il Lazio che, con sentenza del 5 giugno 2015, aveva respinto il ricorso. Poi, il 30 dicembre 2015, al termine di un’operazione di fusione per incorporazione inversa, la Mediolanum era stata incorporata dalla sua controllata Banca Mediolanum. Il 3 marzo 2016 il Consiglio di Stato aveva accolto l’appello proposto dalla parte Berlusconi-Fininvest contro la sentenza del Taer del Lazio, annullando il provvedimento del 7 ottobre 2014.
La Banca d’Italia e la Bce, a quel punto, avevano chiesto una nuova istanza di autorizzazione, che non era stata presentata. Quindi la Banca d’Italia aveva deciso di avviare d’ufficio un procedimento amministrativo contro la Fininvest, poi trasmesso alla Bce la quale, con la sua decisione del 25 ottobre 2016, si era opposta all’acquisizione della partecipazione qualificata in Banca Mediolanum, in quanto essi non soddisfacevano il requisito dell’onorabilità e sussistevano seri dubbi in merito alla loro capacità di garantire in prospettiva futura una sana e prudente gestione di tale ente finanziario.
In seguito a questo, Fininvest e Berlusconi hanno fatto ricorso alla giurisdizione europea ed è cominciato un altro complesso iter giudiziario, non ancora concluso. In questa cornice, è arrivata oggi la conclusione dell’avvocato generale che ha suggerito alla Corte di giustizia di “accogliere le impugnazioni e annullare la sentenza del Tribunale dell’11 maggio 2022, Fininvest e Berlusconi/BCE (T-913/16, EU:T:2022:279)” e di “annullare la decisione della Banca centrale europea ECB/SSM/2016- 7LVZJ6XRIE7VNZ4UBX81/4, del 25 ottobre 2016”, oltre che “condannare la Banca centrale europea alle spese e la Commissione europea a farsi carico delle proprie spese”.