Roma, 16 mag. (askanews) – Il rivenditore cinese e-commerce di fast fashion Temu è stata oggi oggetto di una raffica di reclami presso la Commissione europea per una potenziale violazione delle regole sui contenuti online da parte dell’azienda, che è di proprietà del gruppo cinese PDD Holdings.
“Temu potrebbe prendere d’assalto l’Europa, ma oggi vogliamo far luce sulle sue numerose pratiche illegali che ignorano gli interessi dei consumatori e che le autorità devono tenere a freno. Il mercato online è pieno di tecniche manipolative progettate per spingere i consumatori a spendere di più sulla piattaforma. Ad esempio, dopo aver cliccato su un determinato prodotto, ai consumatori vengono presentate diverse versioni più costose oppure devono attraversare un percorso a ostacoli per chiudere il proprio account. Temu inoltre lascia spesso i consumatori all’oscuro su da chi stanno acquistando i prodotti. Questa mancanza di tracciabilità impedisce ai consumatori di prendere una decisione informata o di sapere se un prodotto è conforme alle norme di sicurezza dell’Ue”, ha detto Monique Goyens, direttrice generale di BEUC. “Temu compiace di questo – ha aggiunto – perché sta violando il Digital Services Act dell’Ue, che è una nuova importante legislazione progettata per garantire la sicurezza dei consumatori online. I prodotti venduti sui mercati, sia online che offline, siano essi europei, americani o cinesi, devono essere sicuri e rispettare la legislazione europea se venduti ai consumatori europei”.
La BEUC – un’organizzazione sotto il cui ombrello sono riunite organizzazioni dei consumatori di 31 paesi – ha presentato un reclamo per violazione del Digital Services Act dell’Ue, mentre ricorsi alle autorità responsabili nazionali sono stati presentati da 17 dei membri BEUC, tra i quali l’italiana Altroconsumo.
In particolare, BEUC e i suoi componenti attribuiscono a Temu diverse violazioni, tra le quali il fatto che “fallisce nel fornire una sufficiente tracciabilità dei venditori che operano sulla sua piattaforma e di conseguenza nel garantire che i prodotti venduti ai consumatori Ue siano conformi alla legge Ue”. Inoltre Temu è accusata di “usare pratiche manipolatorie come dark pattern per spingere i consumatori, per esempio, ha spendere più di quanto potevano originariamente volere, o per complicare il processo di chiusura del loro account”. Ancora, BEUC accusa Temu di non “fonire trasparenza su come raccomanda i prodotti ai consumatori”.
Temu, per sua ammissione, ha registrato 75 milioni di utenti mensili nell’Ue a marzo. E’ entrata nel mercato europeo più di un anno fa.
“Per quanto riguarda la denuncia BEUC – ha affermato Temu – la prendiamo molto sul serio e la studieremo a fondo. Speriamo di continuare il nostro dialogo con le parti interessate rilevanti per migliorare il servizio di Temu per i consumatori”.