Roma, 10 mag. (askanews) – La Vigilanza bancaria della Bce sta tenendo sotto stretta osservazione le banche europee affinché procedano nei tempi previsti ad attrezzarsi adeguatamente per la gestione dei rischi climatici ed ambientali nelle loro attività, in base al percorso a tappe pluriennale che proprio in questo 2024 vede una fase cruciale.
“Siamo intrusivi ma proporzionati. Perché queste sono cose che devono essere fatte. Una volta che i banchieri capiscono che questo è essenziale, e una ampia maggioranza lo capisce, i banchieri sono banchieri: non ti allontani dai rischi materiali, li gestisci”, ha spiegato Frank Elderson, componente del Comitato esecutivo della Bce e vicepresidente del ramo di Vigilanza bancaria, a margine di una conferenza sugli investimenti per la transizione climatica, organizzata a Roma dall’Asvis.
La Bce si attende che per la fine del 2024 tutte le banche sotto la sua vigilanza diretta siano pienamente allineate con le aspettative sulla adeguata gestione dei rischi climatici e ambientali, che erano state delineate già nelle linee guida pubblicate nel 2020.
“In futuro ci saranno dati migliori, nei prossimi anni ci saranno dati più granulari. Quindi le banche saranno in grado di gestire i rischi legati al clima in modo molto più sofisticato e specifico. Ed è improbabile che quella che oggi appare una buona pratica rimanga tale per sempre. L’asticella salirà”, ha avvertito Elderson.
Il primo passo su questo percorso prevedeva che per il marzo dello scorso anno le banche avessero completato resoconti sulla valutazione di impatto dei diversi fattori di rischio da clima e ambiente sui loro rispettivi modelli di attività (materiality assessment). A fine 2023 rischi climatici ambientali andavano integrati nei sistemi di gestione operativa e del rischio (sulle liquidità, di mercato e di credito). Per la fine di quest’anno le banche devono essere allineate con tutte le aspettative della vigilanza bancaria, inclusa la capacità di effettuare stress test che tengano conto di questi aspetti in vari tipi di scenari.
La Bce ha più volte avvertito di essere pronta a intervenire in maniera sanzionatoria in caso di sforamenti. Sia con multe, sia, nel caso più estremo di sistematica inazione, con la rimozione di manager.
Questo percorso ha creato una nuova sfida per il panorama bancario europeo, peraltro mentre il tema delle misure per contenere i cambiamenti climatici resta oggetto di controversie a livello politico e di un procedere in ordine sparso dei Paesi su scala globale, pur nell’ambito di vari accordi quadro sul contenimento delle emissioni.
Ma secondo l’esponente della Vigilanza Bce queste sono scelte obbligate, non solo per le normative e le iniziative delle autorità di controllo, ma per come si sta sviluppando il contesto generale. “In definitiva si tratta della questione di come essere strutturalmente redditizi in un mondo che si muove verso zero emissioni nette. Potremmo essere un po’ in ritardo nella transizione, ma questo cambiamento nell’economia si sta verificando. Quindi – ha concluso Elderson – quello che spesso chiedo è: volete finanziare il XIX secolo, o volete finanziare il XXI secolo?”.