Milano, 7 mag. (askanews) – Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione bipartisan che mira ad allargare la platea degli aventi diritto allo screening per il virus dell’epatite C. Il provvedimento, in particolare, impegna la giunta regionale a chiedere al governo l’estensione del programma di prevenzione includendo anche i nati tra il 1948 e il 1968, così da identificare il sommerso e avviare alla cura i pazienti positivi, perseguendo, inoltre, l’obiettivo target dell’Oms di eliminazione del virus Hcv entro il 2030.
La mozione impegna inoltre l’esecutivo regionale a prevedere due programmi di screening distinti, rivolti a due differenti categorie di utenza. Il primo programma rivolto alla popolazione generale (nata tra il 1948-1989) con un meccanismo di chiamata “one time only” visto il basso rischio di infezione corso. Il secondo, invece, destinato agli utenti del SerD, ai detenuti nelle carceri e agli utenti delle case di comunità a causa dell’elevato rischio d’infezione e reinfezione.
Il testo punta infine a a coinvolgere le farmacie e i medici di medicina generale con l’obiettivo di aumentare l’adesione della cittadinanza alla campagna di screening tramite l’esecuzione diretta dei test.
Il carattere non sintomatico dell’epatite C, ha osservato il il consigliere del Pd Davide Casati, componente della commissione Sanità e tra i primi firmatari del documento, “fa sì che molti soggetti siano portatori inconsapevoli del virus e per questo è fondamentale far emergere i casi positivi – aggiunge Casati – per avviare i pazienti al trattamento ed evitare le complicanze di una malattia epatica avanzata, con conseguente riduzione dei costi sanitari complessivi e miglioramento della qualità di vita dei pazienti, nonché contribuire ad interrompere la circolazione del virus stesso impedendo nuove infezioni”.