Intervista On. Chiara Gemma – askanews.it

Intervista On. Chiara Gemma

Mag 7, 2024
Roma, 7 mag. – Siamo qui con l’Europarlamentare Chiara Gemma del gruppo ECR, per fare un’intervista per la Serie Ask@news EU Verified Series. Buongiorno Onorevole Gemma.

Buongiorno a lei e grazie per questo invito, davvero onorata.

D. Facendo un bilancio di questi cinque anni di legislatura, quali sono gli obiettivi più significativi raggiunti o di cui è più orgogliosa?

R. Sì, sicuramente sono stati degli anni difficili una legislatura complessa vuoi per la pandemia e l’interruzione quindi di tutti i lavori in presenza e vuoi per le ultime per le ultime situazioni conflittuali che stiamo vivendo. Tuttavia, il mio lavoro è stato un lavoro mirato su di una categoria ben particolare, ovvero le persone con disabilità. Quindi tutto il mio impegno, la mia bussola d’azione, è stata rivolta nei confronti di queste persone per cercare di far ascoltare anche la loro voce qui in Parlamento. Per cui il mio impegno all’interno della Commissione Occupazione Affari sociali, ma così come il mio impegno all’interno dell’Intergruppo per la disabilità e nel Forum europeo della disabilità ha inteso rappresentare le istanze di queste persone che sono fondamentalmente riconducibili al diritto ad una vita indipendente al diritto ad un inserimento lavorativo e al diritto alla non discriminazione relativa ad alcuni obiettivi. Quindi tutto il mio impegno è andato in questa direzione e stiamo in questa settimana votando la Carta europea della disabilità che rappresenta una vittoria storica potrei dire proprio perché riconosce a tutte le persone con disabilità il diritto alla mobilità e il riconoscimento di alcuni diritti in tutti i 27 paesi. Questo rappresenta davvero un conseguimento al quale abbiamo lavorato durante questi anni e sono ben fiera e felice di aver conseguito questo risultato apportando il mio contributo.

D. Cosa resta da fare secondo lei su questo tema e cosa punta a ottenere nella prossima legislatura?

R. Si deve fare ancora tanto perché l’Europa dà delle direttive, ha dato delle direttive a partire dalla strategia per le persone con disabilità 2130. Ma questo non è sufficiente perché poi dobbiamo attendere nei rispettivi paesi l’applicazione di quanto l’Europa ha deciso. E lei può immaginare come questa disparità temporale sia fortemente, come dire, dannosa per chi è in attesa del riconoscimento di alcuni di alcuni diritti. Io ritengo che molto si dovrà fare per il riconoscimento del diritto al lavoro delle persone con disabilità, perché risulta essere ancora un dato molto marginale e quindi non rispettoso della dignità di queste persone. Ci sono state sicuramente delle iniziative a supporto, ma non sono sufficienti. Se penso addirittura ad una particolare categoria, ovvero i ragazzi e le ragazze nello spettro autistico, mi rendo conto come siamo veramente agli albori di un pieno riconoscimento di queste persone all’interno del campo lavorativo. Abbiamo avuto una risoluzione che ha riconosciuto il riallineamento dei diritti delle persone con autismo, ma questo non è stato ancora applicato, riconosciuto nel nostro Paese; quindi, la strada da percorrere sarà davvero tanta e questo sarà uno dei miei impegni ai quali vorrò rivolgere massima attenzione.

D. Cambiando argomento, lei ha fatto parte della Commissione Beca a cui poi ha fatto eco l’approvazione dell’Ncd Report, nel quale c’è stato un generale riconoscimento del ruolo centrale delle politiche di prevenzione ispirate al principio di riduzione del danno. In particolare, per quanto riguarda la lotta al tabagismo, è stato menzionato il ruolo delle alternative al tabacco tradizionale nella riduzione degli impatti sulla salute dei consumatori. Lei crede che il Parlamento europeo continuerà a esprimere il suo supporto per valorizzare tali strumenti in tema di prevenzione?

R. Ma ritengo proprio di sì perché se partiamo da quelli che sono le evidenze scientifiche non possiamo non prendere atto che l’uso di sigarette rappresenti la prima causa di morte. Per cui il nostro intento è stato in parte quello di affrontare la questione, ma questo sarà un traguardo ulteriore che occorrerà raggiungere perché sicuramente, come dicevo, le evidenze scientifiche ci restituiscono il dato di una efficacia di tutte le alternative al fumo delle sigarette per cui non possiamo non prendere atto. Ovviamente questo sarà un processo lento che dovrà fare i conti anche con un discorso molto più ampio di ricadute economiche ma sono certa che questa sarà la strada perché in qualche maniera è stato già tracciato il percorso.

D. Nei mesi scorsi abbiamo visto marciare gli agricoltori in tutta Europa. Il suo partito si è opposto fermamente a quanto approvato nella Nature Restoration Law. Cosa può fare il Parlamento per tutelare la categoria degli agricoltori?

R. Il Parlamento può arginare le euro follie green. Nel senso che occorre necessariamente riconsiderare tutte le politiche che sono state adottate, a partire dalla PAC, che sarà oggetto di revisione e poi di tutte quelle misure che sono state prese in virtù di una presunta, a mio avviso, tutela dell’ambiente quando poi dobbiamo invece sottolineare fortemente che i veri tutori, i veri custodi dell’ambiente sono gli agricoltori. Io ho espresso grande vicinanza agli agricoltori perché nel mio territorio rappresentano il maggiore tessuto sociale col quale noi ci confrontiamo e ritengo che debbano davvero avere tutto il nostro rispetto e tutto il nostro impegno per poter andare incontro a quelle che sono le loro esigenze, i loro bisogni che attengono l’aumento dei prezzi, il non riconoscimento del loro lavoro. E forse questo andrebbe ricordato molto di più, nel senso che se io penso a quando ogni giorno noi ci sediamo intorno alle nostre tavole, lo dobbiamo al lavoro di quegli agricoltori al sudore di quelle mani e di quell’opera che non è stata assolutamente riconosciuta e valorizzata durante questa legislatura. Abbiamo assistito davvero a dei provvedimenti che hanno fortemente danneggiato i nostri agricoltori, come l’ultimo che lei ha menzionato, il ripristino della natura. Credo che sia veramente una follia pensare che un campo possa essere ricoltivato a seguito di un indice di farfalle. E questo non può che penalizzare fortemente i nostri agricoltori che, davvero, si alzano all’alba e vanno a letto al tramonto attraversando tutta la loro vita nei campi e dando a noi quel benessere che riusciamo a godere quando ci sediamo intorno ad una tavola. Il nostro Governo ha fatto tanto, la posizione che ha preso è netta. Le misure a sostegno non sono sufficienti, occorre lavorare in questa direzione e mi auguro che la prossima legislatura sia capace di invertire la rotta perché gli agricoltori meritano questa attenzione e il nostro impegno sarà tutto in questa direzione.

D. Lei è una docente universitaria. Secondo lei quali sono le istanze dei giovani universitari europei che le stanno più a cuore e a cui l’Unione europea deve dare priorità?

R. Ma sicuramente la loro possibilità di rimanere nelle proprie città, di non andare di non cercare un’occupazione fuori dalla propria dal proprio contesto lavorativo. Io ritengo che l’esperienza all’estero ovviamente sia determinante e fondamentale. Siamo cittadini europei per cui questa possibilità di andare negli altri Paesi fortemente garantita da tutti i programmi che agevolano e supportano la mobilità studentesca, è qualcosa di eccezionale che sarebbe davvero auspicabile estendere a tutti e garantire a tutti gli studenti. Ma anche qui, purtroppo, è un’esperienza che può soltanto essere appannaggio di chi economicamente può permettersi questa esperienza. E in tal senso sono intervenuta più volte in Commissione Cultura e Istruzione proprio per sottolineare come questa esperienza debba essere garantita a tutti e perché possa essere garantita è necessario un intervento economico maggiore, che è stato in questa legislatura stanziato per quanto riguarda in particolare il progetto Erasmus, ma non è sicuramente sufficiente per garantire a tutti questa esperienza all’estero. Però nel contempo, dicevo che dobbiamo garantire ai nostri studenti ai nostri studenti universitari che conseguono il titolo nel nostro Paese quello che io definisco il diritto a restare, a restare nella propria terra e quindi mettere a servizio del proprio territorio le competenze. Noi abbiamo ragazzi che veramente hanno delle competenze straordinarie e pensare di doverli perdere, con tutto il discorso della fuga dei cervelli, è davvero un peccato, una perdita. Quindi sicuramente garantire il diritto a restare creando le condizioni favorevoli e sono condizioni riconducibili al contesto lavorativo e quindi alla necessità di un raccordo sempre più stretto tra il mondo universitario e il mondo lavorativo con delle offerte formative che siano espressione di quelle che sono i bisogni del territorio. Ancora però devo essere qui critica: il mondo universitario dialoga poco con il mondo produttivo; quindi, una sinergia maggiore sarebbe sicuramente più auspicabile. E poi oltre al diritto a restare nella propria terra, garantiamo ovviamente immediatamente dopo il diritto alla rientranza. E quindi, ancora una volta, creiamo le condizioni favorevoli perché questi ragazzi possano rientrare con quel bagaglio esperienziale così ricco da apportare al proprio territorio un valore aggiunto rispetto alle competenze acquisite all’estero. C’è tanto da fare, ma c’è anche tanto da fare dal punto di vista motivazionale. I nostri giovani vivono in un periodo di tristezza esistenziale e quindi noi adulti forse dovremmo essere molto più positivi nel dare loro la possibilità di vivere un presente più roseo e immaginare nel contempo un futuro più prospero per le loro aspettative.

D. Ultima domanda. Guardando avanti in vista della prossima legislatura, quali sono gli obiettivi che si pone, i temi che le stanno più a cuore e che intende affrontare?

R. Ma sicuramente continuare a mettere la persona al centro. Questo è il mio fil rouge che mi ha caratterizzato durante questa legislatura e che intendo intenderei mi piacerebbe portare avanti. Ritengo che mettere la persona al centro significhi davvero essere rispettosa della dignità e dei bisogni e delle problematicità di cui ogni categoria è espressione. Allora mettere al centro chi? Sicuramente i giovani con i quali sono oltre trent’anni che mi interfaccio e che meritano tutto il nostro tutta la nostra attenzione e la nostra determinazione nell’accompagnarli nel proprio futuro. Ma mettere al centro anche i disabili che sono la categoria con la quale io ho lavorato in questa legislatura e che hanno come abbiamo detto all’inizio davvero bisogno di essere rappresentati e rappresentare la voce di chi non ha voce: qui nelle istituzioni è un grande obiettivo e una grande scommessa oserei dire. Ma penso di mettere al centro anche gli agricoltori che mi stanno particolarmente a cuore perché la mia terra è costellata di agricoltori ai quali sto tendendo una mano proprio per essere qui rappresentativa di quelle che sono le loro istanze. E, non per ultimo, penso anche di mettere al centro le donne. Un altro tema col quale ho lavorato attiene alla violenza sulle donne con disabilità. Oggi voteremo la prima legge europea sulla violenza contro le donne per attestare come anche l’Unione europea abbia lavorato durante questi cinque anni in questa direzione. Perché anche il tema donne e violenza è un tema che ci è esploso e nei confronti del quale dobbiamo essere pronti per tutelare in maniera netta e decisa le donne e quella che è la loro storia personale.

Grazie. L’intervista è finita. Ringraziamo l’onorevole Chiara Gemma per essere stati con noi per il tempo che ci ha dedicato.