Roma, 7 mag. (askanews) – Quasi 9 miliardi di euro di valore all’origine del comparto cibo Dop e Igp, per un fatturato al consumo finale superiore ai 17 miliardi di euro, pari a una crescita del 6%. Inoltre, il valore aggiunto delle Dop e Igp sta anche in quel 76% degli italiani che acquista prodotti alimentari certificati almeno una volta al mese, e in quel 45% di cittadini che non riconosce l’origine in uno specifico territorio.
Le Dop e le Igp italiane con la distintività dei territori d’origine, rappresentano un volano importante per la crescita competitiva dell’agroalimentare nazionale e per il rilancio del turismo enogastronomico lungo lo stivale. Questo il messaggio portato a Cibus da Cia-Agricoltori Italiani e Italia Olivicola che a Cibus hanno presentato una retrospettiva sul settore e le opportunità da capitalizzare. Al convegno sono intervenuti anche l’assessore regionale Alessio Mammi e l’onorevole Paolo De Castro.
Per Cia e Italia Olivicola è arrivato il momento, infatti, di dare gambe al testo unico europeo sulla qualità per tracciare, fattivamente, la strada sul fronte della valorizzazione e della promozione, partendo da un vero patto tra agricoltori e cittadini.
Nel focus il primato italiano nel comparto, una leadership per numero di produzioni certificate, 855 tra cibo e vino, e un fatturato di 20 miliardi, rispetto ai 3.500 prodotti registrati Ue per un giro d’affari di 80 miliardi. Cia e Italia Olivicola ricordano che la conquistata riforma del Regolamento Ue sulle Indicazioni geografiche rappresenta un importante passo in avanti nella salvaguardia e nella promozione dei prodotti Dop e Igp. “Ora, per essere davvero efficace nella sua attenzione alla qualità e all’innovazione rispetto a trasparenza e a sostenibilità, deve saper puntare sulla centralità del rapporto tra produttori e consumatori”.
Il richiamo di Cia e Italia Olivicola è a quell’alleanza stabile in grado di accrescere il peso decisionale dei due anelli della filiera agroalimentare. “Dobbiamo condividere con il Paese un’operazione trasparenza – ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – Il caro-vita va affrontato anche favorendo iniziative per una corretta informazione rispetto alla reale formazione dei prezzi dal campo allo scaffale, per una maggiore consapevolezza nelle scelte di acquisto che metta a fuoco la tracciabilità, ma anche il legame con l’autenticità e l’unicità di specifiche zone geografiche. Dop e Igp costituiscono un significativo elemento di valorizzazione dei sistemi produttivi e dei territori. Sono uno strumento per la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità”.