Roma, 2 mag. (askanews) – Non esiste un allarme malaria in Italia, ma alla luce dei cambiamenti climatici e dello sviluppo di insetti, zanzare in particolare, sempre più aggressivi è necessario mettere a punto un piano di intervento e prevenzione a livello internazionale. Un vero e proprio Piano Marhall che preveda investimenti e bonifiche nei Paesi a maggior presenza di questi insetti. Lo chiarisce ad Askanews il prof. Aldo Morrone, presidente dell’IISMAS (Istituto Internazionale Scienze Mediche Antropologiche e Sociali), fra i maggiori esperti mondiali di patologie tropicali e malattie della povertà.
“A livello epidemiologico il rischio che in Italia torni la malaria è praticamente zero – spiega – perché non ci sono le condizioni sociali, economiche, igienico-sanitarie. Però ancora oggi diamo troppo poca attenzione alla diffusione delle zanzare, che sono aumentate e sono più aggressive, soprattutto in aree dove ad esempio c’è la guerra. Sono appena tornato dal Tigrai, una piccola regione dell’Etiopia che dal 2020 al 2023 ha vissuto una guerra atroce.In un’area poco più piccola dell’Italia meridionale ci sono stati più di un milione di casi di malaria. Dovuti alle condizioni di alterazione del clima, ma anche al danneggiamento delle acque, delle dighe”.
“Grosso modo nel mondo – ricorda il professore – i casi di malaria sono 247 milioni ogni anno. Quelli accertati. E oggi abbiamo anche forme di malaria molto gravi, in molti casi mortali. La zanzara è l’animale più pericoloso per l’uomo e determina circa un milione di morti ogni anno, ma quello che colpisce è la totale disattenzione nei confronti dell’aggravamento delle condizioni ecologiche e climatiche nel mondo. Si parla di Dengue, di Zika, ma nei G7, G8 o G20 sulla crisi climatica non si tiene conto dell’alterazione dell’enviroment degli insetti. Si pensa che certi insetti pericolosi, ad esempio la mosca nera, Black Fly, che porta l’oncocercosi nota anche come cecità dei fiumi, siano confinati in alcune aree geografiche, di conseguenza non destano interesse e attenzione. Ma non è così. Bene i controlli e gli studi, dunque, ma è necessario vengano messe in atto azioni a livello internazionale”.
“Abbiamo la fortuna – aggiunge Morrone – che l’Aids non si trasmetta attraverso gli insetti. Però in soggetti che sono immuno deficitari a causa della malattia o a causa del Covid, le punture di insetto che portano malattie come le zanzare che possono portare la febbre gialla, la chikungunya, la febbre del Nilo, diventano più pericolose”.
Quale strategia, dunque? “L’Italia è un Paese estremamente avanzato attraverso le sentinelle epidemiologiche e l’ECDC i controlli vengono effettuati. Ma sono necessari investimenti nei Paesi a forte presenza di questi insetti: bonificare le acque che vengono conservate a cielo aperto, investire certo sulle vaccinazioni, ma anche sull’uso di zanzariere in questi Paesi. Progetti ci sono ma sono sempre minoritari, a piccole gocce. Ci vorrebbe un vero e proprio “Piano Marshall”, anche perchè sempre più spesso si registra il salto di specie dall’animale all’uomo. Quindi attenzione all’equilibrio climatico è attenzione alla salute dei più deboli”.