Milano, 2 mag. (askanews) – L’incremento del 7,52% del mercato dell’auto ad aprile “non può essere considerato consistente perché in aprile vi sono stati due giorni lavorati in più che, in termini di immatricolazioni, valgono circa il 10% del risultato mensile. La frenata del mercato del marzo scorso non può quindi ritenersi superata. Va inoltre segnalato che rispetto alla situazione ante-crisi, cioè alla situazione del 2019, il dato del primo quadrimestre di quest’anno fa registrare ancora un calo del 17,7%”. Lo afferma in una nota il Centro Studi Promotors.
Una conferma della debolezza del mercato dell’auto viene anche dall’inchiesta congiunturale condotta a fine aprile dal Centro Studi Promotor su un campione rappresentativo di concessionari. “Il 56% degli interpellati giudica basso il livello delle consegne in aprile e il 25% si attende un andamento del mercato in calo nei prossimi tre mesi”, spiega Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor.
“Le prospettive di un recupero in tempi ragionevoli del forte ritardo del mercato italiano dell’auto non appaiono dunque particolarmente positive”, prosegue Quagliano. “Oltre all’indebolimento della ripresa dell’economia, va considerato che sulle vendite di auto incide anche l’attesa per i nuovi incentivi all’acquisto che il Governo ha annunciato da mesi e che non sono ancora arrivati. L’ultimo annuncio è recentissimo e parla di operatività degli incentivi a breve”. “E’ auspicabile, conclude Quagliano, che la promessa venga mantenuta anche se appare sempre più necessario un profondo ripensamento delle prospettive del mercato dell’auto anche in vista delle crescenti perplessità che stanno emergendo sulle modalità della transizione energetica”.