Roma, 29 apr. (askanews) – E’ un esordio felice quello di Filippo Barbagallo, regista, sceneggiatore e interprete di “Troppo azzurro”, nei cinema dal 9 maggio. Il protagonista della sua commedia è un 25enne che vive un’adolescenza prolungata, vive ancora a casa con i suoi e ha lo stesso gruppo di amici dal liceo. In un torrido agosto romano inizia a frequentare prima una ragazza conosciuta per caso e poi la ragazza “irraggiungibile” che ha sempre amato. Quello di Barbagallo è un racconto ironico, lieve, su disagi, delusioni e confusioni, sulla scia dei registi che per lui sono diventati dei riferimenti.
“Io ho una grande passione – spiega il regista – sicuramente per Woody Allen, in Italia tutta la scuola di comici registi, come Troisi, Verdone. Mi piacciono molto e poi in generale sono un appassionato di cinema”. “Troppo azzurro” ha il garbo delle commedie di Gianni Di Gregorio, che ha curato infatti la supervisione artistica del film.
“Oltre ad essere uno dei miei preferiti è un amico, ed è stato un angelo custode proprio, a difesa di questo progetto e anche della mia salute mentale”.
Un altro “padrino” di “Troppo azzurro” è Valerio Mastandrea, di cui Barbagallo era stato assistente alla regia per il film “Ride”. “Ho comunque imparato da Valerio e da Gianni il divertimento di questo lavoro, quanto può essere divertente”, ha detto Barbagallo.