Roma, 26 apr. (askanews) – Si sono conclusi i colloqui tra funzionari israeliani e una delegazione egiziana di alto livello inviata per discutere le iniziative per raggiungere un accordo sugli ostaggi con Hamas e dell’imminente offensiva di Israele a Rafah. Il negoziato vede un rilancio da parte di Israele, incentrato sulla liberazione di 33 ostaggi “vivi”, come ha precisato un alto funzionario dello Stato ebraico. Come fa notare il Jerusalem Post, i servizi israeliani sono convinti che solo 33 civili siano ancora in vita, mentre gli altri ostaggi riconducibili all’esercito, un centinaio, non sarebbero argomento della trattativa.
L’alto funzionario israeliano ha dichiarato che i colloqui sono stati “molto positivi, mirati, portati avanti con spirito costruttivo e sono progrediti in tutti i parametri”.
Il funzionario ha spiegato a Ynet che gli egiziani sembrano disposti a fare pressione su Hamas per raggiungere un accordo e che “sullo sfondo, ci sono intenzioni molto serie da parte di Israele di andare avanti a Rafah”. La fonte ha inoltre sottolineato che Israele ha avvertito che non avrebbe accettato che Hamas “traccheggiasse” sull’accordo per gli ostaggi nel tentativo di evitare l’operazione delle Idf (Forze di difesa israeliane) e ha fatto notare che sono state richiamate le forze riserviste.
“Questa è l’ultima possibilità prima di entrare a Rafah”, ha dichiarato il funzionario all’emittente Channel 12, che ha ribadito la volontà di Israele di accettare solo 33 ostaggi in vita nella prima fase dell’accordo.
Il funzionario ha sottolineato inoltre che lo stato ebraico è disposto a fare altre importanti concessioni, come permettere il ritorno dei residenti nel nord di Gaza e ritirare le forze da un corridoio chiave che divide Gaza, secondo quanto riportato da Channel 12.
L’alto funzionario dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel, ha guidato la delegazione e il suo obiettivo è discutere con Israele una “nuova visione” per un cessate il fuoco prolungato a Gaza, ha dichiarato un funzionario egiziano prima dei colloqui, parlando a condizione di anonimato.