Roma, 26 apr. (askanews) – I parlamentari giapponesi hanno iniziato a discutere il trattato per istituire un ente di gestione per l’aereo da caccia di prossima generazione (GCAP) sviluppato da Giappone, Regno unito e Italia, con la previsione di produrre il prototipo già nel 2026. Lo riferisce Nikkei.
Sulla base dell’accordo raggiunto lo scorso anno dai ministri della Difesa giapponese, britannico e italiano, il trattato che istituisce lorganismo deve essere ratificato da ciascun paese.
L’obiettivo è quello di lanciare il Global Combat Air Program International Government Organization, o GIGO, entro la fine dell’anno, con la produzione di un prototipo che inizierà tra due anni.
GIGO “gestirà la collaborazione tra governi e tra aziende private e faciliterà la corretta esecuzione del progetto”, ha detto la ministra degli Esteri giapponese Yoko Kamikawa in una sessione plenaria della Camera bassa. Avrà sede nel Regno unito e impiegherà diverse centinaia di dipendenti provenienti dai tre paesi. Sarà composto da un comitato direttivo che garantisce i budget e gestisce la pianificazione, e un organismo di attuazione responsabile delle operazioni pratiche, che sarà coinvolto in tutte le fasi del progetto.
Le aziende coinvolte sono Mitsubishi Heavy Industries per la carlinga dell’aereo, la società di ingegneria giapponese IHI per il motore e Mitsubishi Electric lavorerà sui sistemi elettronici. Per la Gran Bretagna opereranno BAE Systems e Rolls-Royce, mentre per l’Italia nel progetto c’è Leonardo.
Per il Giappone, tuttavia, permangono alcuni problemi normativi che rischiano di limitare il peso giapponese nel progetto. A marzo Tokyo ha rivisto le linee guida operative relative al trasferimento di attrezzature e tecnologie di difesa. Sebbene le revisioni abbiano aperto la strada al trasferimento degli aerei a paesi terzi, le destinazioni delle esportazioni sono limitate ai paesi con cui il Giappone ha accordi specifici. Tea questi sono inclusi gli Stati Uniti e le principali potenze europee, oltre a Australia e India.
Il primo ministro Fumio Kishida ha dichiarato a marzo che era necessario revocare il divieto sulle esportazioni del caccia di prossima generazione verso paesi terzi. “È nell’interesse nazionale del Giappone – ha affermato il primo ministro – assicurarsi una posizione in cui possa contribuire allo stesso modo del Regno Unito e dell’Italia”.