Roma, 24 apr. (askanews) – Le prospettive della produzione cerealicola nell’Africa meridionale sono peggiorate drasticamente dallo scorso febbraio e il previsto calo della produzione di mais intensificherà l’insicurezza alimentare delle famiglie, spingerà al rialzo i prezzi interni e stimolerà un aumento del fabbisogno di importazioni in tutta la subregione. A lanciare l’allarme è la Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.
Attualmente il mais bianco rappresenta quasi il 20% delle calorie consumate nella sottoregione. Le previsioni deludenti arrivano dopo “un deficit diffuso e sostanziale di precipitazioni nel mese di febbraio, esacerbato dalle temperature record, una combinazione particolarmente dannosa per i raccolti”, spiega l’ultimo rapporto Fao, sottolineando che ci sono scarse speranze di una ripresa prima dell’inizio del periodo di raccolta a maggio.
La grave insicurezza alimentare nell’Africa meridionale, stimata in 16 milioni di persone nei primi tre mesi del 2024, potrebbe peggiorare alla fine del 2024, ha avvertito la FAO. I prezzi dei prodotti alimentari, già in aumento a tassi annuali superiori al 10%, probabilmente aumenteranno ulteriormente e, sulla base delle proiezioni attuali, il Sud Africa e lo Zambia, tipicamente esportatori di mais, non saranno in grado di coprire il deficit di offerta, e lo Zambia ha iniziato a importare mais per far fronte al deficit.
I governi di Malawi, Zambia e Zimbabwe hanno già dichiarato lo stato di emergenza siccità. In collaborazione con il programma Harvest della NASA, le osservazioni geospaziali della FAO suggeriscono che le principali colture di cereali subiranno impatti negativi anche in alcune parti dell’Angola, Malawi, Mozambico, Namibia, Sud Africa e Zimbabwe, con Zimbabwe, Malawi e Mozambico, che dovrebbero vedere un notevole aumento delle importazioni.