Roma, 24 apr. (askanews) – I consumi di energia elettrica in Italia a marzo sono in diminuzione dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2023. Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, il mese scorso il fabbisogno di energia elettrica è stato pari a 25,7 miliardi di kWh. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti congiunti di calendario e temperatura, fa ribaltare il segno della variazione (+1,1%). Tale inversione è stata determinata dalla presenza dell'”effetto Pasqua” e di due giorni lavorativi in meno (21 invece di 23); inoltre la temperatura media mensile è stata superiore di 0,6°C rispetto a marzo 2023.
A livello territoriale, la variazione tendenziale di marzo è stata negativa al Nord e al Centro (rispettivamente -2,2% e -1,1%) e sostanzialmente stabile al Sud e Isole (+0,3%). Nei primi tre mesi dell’anno, il fabbisogno nazionale è in crescita dello 0,7% rispetto al corrispondente periodo del 2023 (invariato il valore rettificato).
L’indice IMCEI (Indice Mensile dei Consumi Elettrici Industriali) elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette “energivore”, ha fatto registrare una diminuzione del 5,2% rispetto a marzo 2023, che si riduce a -2,3% osservando il dato destagionalizzato e corretto per l’effetto calendario. In particolare, positivo solo il comparto del cemento, calce e gesso.
In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura risulta in leggera crescita rispetto a febbraio 2024 (+0,7%). Sostanzialmente stabile l’indice Imcei (-0,3%). L’indice Imser (Indice Mensile dei Servizi), che Terna pubblica sulla base dei dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, Unareti, A-Reti, Edyna e Deval), ha fatto registrare, nel mese di gennaio 2024, una variazione positiva del 5,2% rispetto a gennaio 2023.
Tornando al bilancio mensile di Terna, lo scorso mese la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per il 79,6% dalla produzione nazionale e per la quota restante (20,4%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile risulta pari a 5,2 TWh, il 23% in più rispetto a marzo 2023. In particolare, il saldo import-export, è il risultato dell’effetto combinato di un aumento dell’import (+22%) e di un export pressoché stazionario (-0,5%). In dettaglio, nel primo trimestre del 2024 si registra il record delle importazioni, che hanno coperto il 22% del fabbisogno nazionale (pari a 17 TWh), per effetto dei differenziali medi di prezzo rispetto alle principali Borse europee.
In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 20,7 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 41,8% della domanda elettrica (era il 33% a marzo 2023). In aumento la fonte idrica (+140,4%), fotovoltaica (+1,4%, la crescita della potenza installata è stata parzialmente compensata dal minor irraggiamento nel periodo considerato rispetto allo scorso anno) e geotermica (+4,1%). In diminuzione la fonte eolica (-5,7%) e anche la fonte termica come diretta conseguenza della crescita di rinnovabili e import dall’estero: -24% rispetto a marzo 2023. In particolare, si osserva il crollo della produzione a carbone: -87,1% in confronto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nei primi tre mesi del 2024 prosegue la crescita delle rinnovabili registrata nel 2023, pari a 1.844 MW (di cui 1.721 MW di fotovoltaico). Tale valore è superiore di 633 MW (+52%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.