Roma, 24 apr. (askanews) – La Cina respinge l’accusa occidentale di generare sovracapacità produttiva, che sarà uno degli argomenti che il segretario di Stato Usa Antony Blinken porterà nella sua visita nella Repubblica popolare, accusando di protezionismo i paesi occidentali che pongono la questione dell'”eccesso di capacità” cinese.
Quella della sovraccapacità è un’accusa “completamente infondata”, alla quale Pechino si “oppone fermamente”, ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin nella sua quotidiana conferenza stampa.
Wang ha citato a esempio l’industria delle energie rinnovabili, che è anche nel mirino di un’indagine Ue. La capacità produttiva dell’industria delle nuove energie in Cina “rappresenta una capacità avanzata necessaria per promuovere lo sviluppo verde, non un eccesso” ha detto il portavoce cinese, ricordando che, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), per raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica le vendite globali di veicoli elettrici dovranno raggiungere circa 45 milioni di unità entro il 2030, 4,5 volte il livello del 2022, e anche la richiesta di installazione di fotovoltaici dovrà aumentare significativamente. “Il problema-chiave che il mondo deve affrontare oggi non è un eccesso di capacità nelle nuove energie, ma una grave carenza”, ha segnalato Wang. “Le tecnologie verdi della Cina e i prodotti verdi, in particolare lo sviluppo dell’industria delle nuove energie, rispondono alla necessità dei paesi di mitigare la crisi energetica e affrontare il cambiamento climatico, e contribuiranno significativamente alla trasformazione verde e a basso contenuto di carbonio a livello globale”.
Secondo Pechino, ha proseguito Wang Wenbin, “il rapido sviluppo dell’industria delle nuove energie in Cina è in linea con le leggi economiche e i principi di mercato, e non è il risultato di sovvenzioni”. In questo mercato, “l’industria cinese è partita in anticipo, ha creato un vantaggio tecnologico attraverso investimenti a lungo termine in ricerca e sviluppo, e ha costruito un vantaggio competitivo complessivo su una forte capacità industriale complementare, un mercato di vasta scala e abbondanti risorse umane”.
Le parole del portavoce richiamano quelle recenti del primo ministro Li Qiang, il quale ha sostenuto che il vantaggio dell’industria delle nuove energie della Cina è stato ottenuto attraverso “veri meriti, formati attraverso una piena concorrenza di mercato, e non attraverso sovvenzioni governative”.
In questo senso, l’accusa alla Cina di fare dumping e di eccesso di capacità è conseguenza di un approccio “protezionistico” da parte dei paesi occidentali, secondo Wang. D’altronde, ha continuato il portavoce, “la quota di esportazione di veicoli elettrici della Cina sul totale della produzione è molto inferiore a quella di Germania, Giappone, Corea del Sud e altri principali paesi produttori di automobili, e i prezzi di esportazione sono in linea con le leggi di mercato, senza alcun dumping”.
Il mondo – ha concluso Wang – “non ha bisogno che la Cina riduca la produzione, ma ha bisogno di più capitali e prodotti per accelerare la transizione energetica e eliminare la povertà”. Su questo, Pechino è disposta a “lavorare con tutte le parti per mantenere una concorrenza equa e realizzare benefici reciproci e guadagni condivisi”, nella speranza che i paesi interessati mantengano “un atteggiamento aperto, rispettino i principi dell’economia di mercato e le regole del commercio internazionale, e offrano un ambiente commerciale equo, trasparente, aperto e non discriminatorio per le imprese cinesi”.