Sydney, 24 apr. (askanews) – A Sydney sono state arrestate sette persone, tutte minorenni, perché secondo la polizia c’era il rischio che stessero pianificando un attentato terroristico. L’operazione ha coinvolto oltre 400 agenti, che hanno controllato e perquisito 13 località nella città australiana, in seguito alle indagini dopo l’accoltellamento il 16 aprile scorso di un vescovo assiro, sopravvissuto all’attacco.
Secondo gli inquirenti gli arrestati avrebbero dei legami proprio con il 16enne autore dell’attacco oltre ad avere tutti una “ideologia estremista di matrice religiosa”. Non c’era un piano specifico in atto ma il loro comportamento mentre erano sotto sorveglianza, ha portato la polizia a credere che, come ha detto il vice commissario David Hudson, “se avessero commesso qualche atto, non saremmo stati in grado di impedirlo”; una situazione inedita per la polizia dello stato del Nuovo Galles del Sud, “un rischio e una minaccia inaccettabili”, ha spiegato il vice-commissario, che ha indotto gli inquirenti – che finora avevano sempre utilizzato una “strategia puramente investigativa”, a passare all’azione preventiva.