Milano, 23 apr. (askanews) – Dopo oltre un secolo e mezzo di assenza, il Barbera fa il suo ritorno a Monza grazie ad un progetto sociale promosso dalla Fondazione Alessio Tavecchio Onlus, in collaborazione con il Gruppo Meregalli. Si tratta del vino “Autari” che prende il nome dal leggendario Re dei Longobardi, che suggellò la sua unione con la Regina Teodolinda attraverso una tazza di vino rosso, dando inizio al regno da cui Monza ha origine.
“Autari” nasce dalle uve dell’unico vigneto produttivo del capoluogo brianzolo che si trova nell’agriparco solidale “Accolti e Raccolti” di Fondazione Tavecchio, che si estende su un terreno di proprietà di 12mila mq e contiene al suo interno un vigneto di mille mq, un bosco, un frutteto, un orto, un giardino sensoriale, un apiario con quattro arnie e una pedana accessibile di mille mq per persone con disabilità. Dopo cinque anni di duro e appassionato lavoro di coltivazione, dalla vendemmia 2022 sono arrivate le prime 492 bottiglie di Barbera “Autari”, imbottigliate grazie alla collaborazione dell’Azienda Vitivinicola Santa Croce di Missaglia (Lecco).
“Il vigneto è stato concepito con una missione sociale chiara: promuovere lo sviluppo sostenibile, creare opportunità occupazionali locali e preservare il patrimonio viticolo del territorio – hanno spiegato i promotori dell’iniziativa – e le bottiglie, personalizzabili, non sono in vendita ma si possono ricevere esclusivamente in regalo con una donazione a partire da mille euro per il progetto del ‘Centro Polifunzionale SaporFare’ di prossima costruzione, che sarà aperto a tutti, anche a persone con fragilità e disabilità”.
Costituita nel 1998, la Fondazione Tavecchio opera sul territorio con vari altri progetti e attività sociali, promuovendo una cultura dell’inclusione in cui la diversità di ogni tipo non sia più un limite ma valore da condividere.