Milano, 22 apr. (askanews) – Vivendi, primo azionista di Tim con circa il 24% del capitale, rompe gli indugi e comunica di aver deciso di astenersi dal voto per il rinnovo del cda del gruppo italiano in occasione dell’assemblea degli azionisti di domani. Salvo sorprese, dunque, strada spianata per la lista del cda uscente, che riconferma alla guida Pietro Labriola.
Vivendi, spiega, “non desidera essere associata alle decisioni relative alle nomine del cda, in quanto ritiene che spetti al management in corso e ai suoi sostenitori risolvere la delicata situazione in cui si trova Tim”. Di conseguenza, “ha deciso di astenersi dal voto sul rinnovo del cda, nonostante i lodevoli sforzi dei proponenti di liste alternative di maggioranza”.
Ma i francesi non mollano su NetCo, da sempre contrari all’operazione di vendita della rete a KKR, e annunciano che porteranno avanti “con forza” il ricorso contro la delibera del cda di Tim dello scorso novembre “davanti al tribunale di Milano e ogni altro mezzo legale a sua disposizione per tutelare i propri diritti”.
In qualità di investitore finanziario, Vivendi “si preoccupa che il cda e il management di Tim garantiscano una crescita duratura del prezzo delle azioni attraverso decisioni aziendali sane nell’interesse della società, rispettose delle prerogative degli azionisti e dei principi di buona governance”. Di conseguenza, spiegano i francesi, “non sosteniamo la lista presentata dal cda uscente, data la sua continuità con un consiglio durante il cui mandato il titolo ha perso metà del suo valore e che è responsabile di aver approvato la vendita della rete fissa di Tim nel novembre 2023 a un prezzo che, secondo noi, non riflette il valore intrinseco di questo asset, senza coinvolgere l’assemblea degli azionisti e il comitato parti correlate e senza fornire, ad oggi, informazioni complete e affidabili al mercato sull’operazione e sul suo effetto sulla sostenibilità di Tim”.
Tre sono le liste che si presentano domani al voto all’assemblea che anche quest’anno si terrà “a porte chiuse”. Se passerà la proposta di riduzione dei membri del board a 9 dai 15 attuali, alla lista che otterrà più voti andranno sei posti. La lista del cda di Tim è formata da 15 candidati ed è composta da: Alberta Figari, indicata come presidente; Pietro Labriola, indicato come amministratore delegato, carica che ricopre dal 21 gennaio 2022; Giovanni Gorno Tempini; Paola Camagni; Federico Ferro Luzzi; Domitilla Benigni, Jeffrey Hedberg, Paola Tagliavini, Maurizio Carli; Romina Guglielmetti, Leone Pattofatto, Antonella Lillo, Andrea Mascetti, Enrico Pazzali, Luca Rossi.
Il fondo Merlyn ha presentato una lista di 10 candidati: capolista è Umberto Paolucci (ex Microsoft), indicato come presidente. Seguono: Stefano Siragusa (ex dg di Tim), indicato come amministratore delegato, Ersilia Vaudo, Niccolò Ragnini, Ida Panetta, Ottavia Orlandoni, Boris NemÜic, Robert Hackl, Paul Doany e Barbara Oldani.
La lista di sei nominativi del fondo attivista Bluebell prevede: Paola Giannotti De Ponti (indicata per la carica di Presidente), Paolo Amato, Laurence Lafont (indicata come Ceo), Monica Biagiotti, Paolo Venturoni, Eugenio D’amico.
Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Tim, ha ritirato la sua lista e annunciato che voterà per la lista del management. Anche Norges Bank, il fondo sovrano della Norvegia, voterà a favore della lista del cda uscente, così come altri fondi, e i proxy advisor Glass Lewis e Iss che hanno consigliato di votare a favore della lista che conferma Labriola Ceo dell’azienda. Scontato il sostengo del socio Cdp.