Roma, 22 apr. (askanews) – C’è il nome di Giorgia Meloni, e quello di Matteo Salvini, quello di Carlo Calenda e quello di Cateno De Luca, quello di Marco Cappato e quello di Marco Rizzo. C’è ancora il nome di Silvio Berlusconi. Ma non ci sarà quello di Elly Schlein, che alla fine ha preferito non essere la prima segretaria del Pd a mettere il proprio cognome nel simbolo del partito.
Tra i 42 simboli depositati per le prossime elezioni europee, sono 6 quelli con il nome del leader del partito, più un settimo – Forza Italia – col nome del fondatore. La scelta la fanno tutti i partiti più importanti del centrodestra: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, tutti col nome nel simbolo. E poi i movimenti legati alla notorietà – chi più chi meno – del proprio leader: Azione di Carlo Calenda, Democrazia Sovrana di Marco Rizzo, Referendum e Democrazia di Carlo Cappato, Libertà di Cateno De Luca.
Non avrà alcun nome nel simbolo invece il raggruppamento liberale che ha scelto come nome il proprio obiettivo politico, gli Stati Uniti d’Europa. Che dovranno però vedersela – salvo ricorsi – con un omonimo movimento su cui campeggia anche la rosa nel pugno di Radicale memoria.
Qualche reminiscenza di Prima Repubblica anche con i contrassegni del Pci e della Democrazia Cristiana. Lo scudo crociato è presente anche nel simbolo dell’Unione di Centro, cui si aggiunge il Partito Cristiano Sociale. Sul filone religioso anche l’Unione Cattolica italiana, e addirittura la lista del Sacro Romano Impero Cattolico, terzo simbolo depositato, subito dopo Libertà e Stati Uniti d’Europa.
A chiudere l’elenco, depositati nell’ultima ora utile, i contrassegni del movimento di estrema destra Forza Nuova, dei monarchici di Italia Reale, del Pd (col riferimento al Pse) e – ultimo in assoluto – Italia dei Diritti.