Rafah, 18 apr. (askanews) – Un gruppo di palestinesi vaga tra le macerie dopo che un bombardamento israeliano ha colpito una casa che ospitava una famiglia sfollata a Rafah, dove si sono rifugiati circa 1.5 milioni di palestinesi. C’è un grande cratere e resti di corpi sparsi tra i detriti, raccontano i vicini.
“All’improvviso un missile li ha colpiti, facendoli a pezzi. Abbiamo recuperato i resti di bambini e donne, trovando braccia e piedi. Erano tutti fatti a pezzi. Questo è orribile, non è normale; quello che è successo è orrendo. Sono stati recuperati i resti di 12 persone: bambini e donne, c’era un solo uomo in casa”.
Arrivavano dal Nord, come migliaia di altri a cui era stato detto che il Sud era un luogo sicuro.
“Com’è possibile che Rafah sia un posto sicuro? – racconta un parente – Ho sentito i bombardamenti l’altra notte e poi sono tornato a dormire. Non pensavo che avesse colpito la casa di mia zia; non potevo aspettarmelo. Sono stati sfollati quattro o cinque volte dall’inizio della guerra, da un luogo all’altro, prima a Gaza City, poi a Nuseirat, poi a Deir al-Balah. Erano tutti bambini dagli otto ai dodici anni.”
E questa è Nuseirat, o quanto ne rimane. Una località che ospita un campo profughi nel centro della Striscia di cui sono rimaste solo macerie. Dopo i bombardamenti e il ritiro delle truppe israeliane alcuni abitanti hanno fatto ritorno per vedere che ne è rimasto.
“C’erano dolci ricordi in ogni angolo di casa mia. In un batter d’occhio, gli ebrei li hanno spazzati via trasformandoli in brutti ricordi. Ho perso la mia casa e anche i miei fratelli” dice Yasmine.
“Il campo profughi non esiste più – dice Nuris al- Tarat – non riconosco più nessun quartiere”.
“Ho vissuto nella città di Srebrenica in Bosnia e sono stato testimone dei massacri serbi – dice uno sfollato da Gaza City – Qui i massacri sono molto più orribili. Ci sono solo bambini, asili, anziani, moschee, ospedali, cliniche, sono stati tutti bombardati mentre i civili dormivano. Non c’è nulla qui che minacci la sicurezza di Israele”.