Roma, 11 apr. (askanews) – “No ad incarichi a ‘trombati’ e ‘amici politici’, sì al merito e alla competenza”. E’ il cuore di un documento con 10 impegni sottoscritto dai candidati di Basilicata Casa Comune, che chiede a tutta la coalizione di fare altrettanto.
“Questa consiliatura regionale che sta per concludersi sarà ricordata come la peggiore per molti aspetti, a partire dall’incapacità e il disinteresse a risolvere il problema dei lucani alla mancanza di trasparenza e atteggiamenti lineari. Anche in questa campagna elettorale risulta evidente come il potere, romano e lucano, sia utilizzato solo per la produzione del consenso e i posizionamenti personali, tra parate di ministra anche su temi delicati quali la salute e messaggi ai forestali perché corrano ad osannare le iniziative di partito. Scrivere un storia nuova significa mettere al bando questi comportamenti. Ma dobbiamo avere, in questo, un atteggiamento rigoroso innanzitutto con noi stessi”, si legge in una nota di Basilicata Casa Comune, che sostiene il candidato presidente della Regione Piero Marrese (Pd) alle prossime elezioni regionali.
“In questa campagna elettorale (e nelle note fasi che la hanno preceduta) abbiamo messo a disposizione di tutta la coalizione moderata a progressista i nostri punti valoriali e di programma, registrando una sostanziale convergenza che ci dà certezza della possibilità di un’azione congiunta, ma continuiamo a coltivare la nostra diversità come un valore”, prosegue.
“Il centrosinistra che, siamo convinti, andrà a governare questa Regione sarà differente dal passato anche grazie alla nostra azione. E per questo ci sentiamo di assumere subito alcuni impegni: Sì al merito come unico metro di selezione; Sì alla legalità e alla trasparenza come unica via per una corretta gestione; Sì alla solidarietà verso chi ne ha bisogno, quando ne ha bisogno e nella misura in cui ne ha bisogno; Sì al rigore nella spesa ma la priorità a dare risposta ai bisogni dei cittadini; Si all’uguaglianza di tutti per i diritti e le opportunità; No a incarichi di governo dati come riconoscimento di notabilati politici; No al sottogoverno inteso come consolazione per trombati; No a nomine come parcheggio di manager graditi ai partiti romani; No alla politica intesa come strategia per ottenere incarichi professionali; No alla spesa pubblica come strumento per comprare il consenso e accontentare amici”, conclude la nota del movimento con capolista Angelo Chiorazzo.