Roma, 10 apr. (askanews) – Innovazione e unità per competere a livello globale: sono le due sfide dell’agrumicoltura siciliana si trova oggi ad affrontare. Se ne è discusso ieri nel corso del convegno “Le sfide dell’agrumicoltura del futuro”, tenutosi presso il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Università di Catania, con la presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, Federica Argentati.
Argentati ha evidenziato il significativo know-how siciliano in termini di produzione, trasformazione, commercializzazione, ricerca scientifica, “ma per avanzare ulteriormente – ha detto – dobbiamo puntare sulla capacità di fare sistema”, facendo eco alle parole dell’assessore dell’Agricoltura della Regione Siciliana, Luca Sammartino. La presidente ha poi ribadito l’importanza di superare le divisioni e di lavorare insieme, evidenziando i successi ottenuti in passato dallo stesso Distretto, e sottolineando l’urgenza di adottare un approccio innovativo e organizzato.
“Non possiamo permetterci di riposare sugli allori; l’agrumicoltura è cambiata e dobbiamo evolverci con essa. È cruciale che riflettiamo su come utilizzare al meglio le nostre risorse e i nostri successi per rimanere competitivi”, continua Argentati, chiedendo una maggiore regolamentazione e coordinamento tra gli strumenti e le iniziative esistenti.
Infine, ha lanciato un appello all’assessore Sammartino e agli stakeholder del settore, invitandoli a una riflessione congiunta sul futuro dell’agrumicoltura siciliana, enfatizzando la necessità di un dialogo aperto e di strategie integrate per promuovere non solo la produzione, ma anche la tutela dell’ambiente, il paesaggio e i diritti dei consumatori.