Roma, 10 apr. (askanews) – In tutta Europa, città e periferie si stanno popolando di presenze un tempo inusuali, come cinghiali, volpi e anche lupi. Una nuova frontiera di interfaccia tra animali selvatici e persone a cui fare attenzione, per evitare che possano insorgere conflitti negativi sia per noi che per gli animali. Nasce il progetto internazionale ‘Life Wild Wolf’, con l’obiettivo di scoraggiare la presenza del lupo nelle aree abitate, gestendo in maniera adeguata situazioni critiche che si presentano nei paesaggi europei molto antropizzati.
In Italia lo studio sarà condotto a Roma, nell’Oasi Lipu Castel di Guido e nelle limitrofe aree naturali della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, dove da 11 anni si registrano segni della presenza dei lupi. Nell’area protetta, ampia 15.900 ettari, i volontari si occuperanno del monitoraggio di due branchi, quello che ha come territorio centrale l’Oasi Lipu Castel di Guido, che la Lipu gestisce dal 1999, composto a oggi da 3 individui, e quello che ha stabilito il suo territorio tra Maccarese e Aranova, anche questo composto da 3 individui. Una presenza, quella sul Litorale Romano, da monitorare onde evitare minacce per la specie e conflitti con l’uomo.
Dal 2010 a oggi sono 8 i lupi morti investiti, 4 quelli morti per bracconaggio e 3 quelli per cause naturali. A supportare il progetto anche l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, la Regione Lazio e il Comune di Roma.