Roma, 9 apr (askanews) – Nicola Pighi è un imprenditore dai mille interessi che ha sempre guardato all’innovazione come a una stella polare: “Tutto ha avuto inizio -spiega- nella seconda metà degli anni Duemila, quando mi sono reso che la formazione nel design, di cui sono appassionato da sempre, aveva delle lacune non colmate da università e accademie. Volevo perciò creare qualcosa che fosse davvero rivoluzionario e che permettesse a tutti di coltivare le proprie passioni, anche a chi magari era costretto a rinunciare non avendo a portata di mano Centri formativi a vario titolo. Ho dotato la mia sede di Verona di tutte le strumentazioni più moderne per dare a chiunque lo volesse la possibilità di cimentarsi in questo campo”.
Da questi presupposti, è nata, nel 2010, Nad, la Nuova accademia del design: “L’accademia, che ha sede nella città scaligera e ha una succursale a Milano, offre -continua Pighi- una vasta gamma di percorsi formativi annuali, biennali e triennali, ma anche corsi professionali e brevi. L’obiettivo principale è quello di fornire un’istruzione di qualità, arricchita da attività complementari, in un ambiente accademico dinamico e aggiornato. Gli studenti possono partecipare alle lezioni in aula o in streaming, mantenendo il contatto con i compagni di corso e i docenti per favorire l’apprendimento interattivo. Oggi Nad ha guadagnato una reputazione globale come leader nell’innovazione educativa nel campo del design”.
Gli studenti laureati( formative certificati)da Nad hanno dimostrato di essere pronti ad affrontare le sfide del mondo reale, contribuendo al progresso del design e portando avanti i principi di innovazione, sostenibilità, inclusività e immersività insegnati dall’accademia: “Sono questi del resto -afferma ancora Pighi- i quattro pilastri su cui abbiamo deciso di poggiare la nostra attività: innovazione, con tecnologie sempre avanzate, sostenibilità, per affrontare le sfide ambientali globali, inclusività, per abbattere le barriere economiche e sociali che spesso limitano l’accesso all’istruzione di qualità nel design e, infine, immersività, per dare all’esperienza pratica il ruolo decisivo che merita”.