Roma, 3 apr. (askanews) – “Io ricordo che la Meloni e la Santanchè a ogni stormir di fronda quando erano all’opposizione chiedevano dimissioni per fatti molto meno gravi. Oggi mi sorprende che di fronte a fatti così gravi, ad accuse così gravi e circostanziate… indipendentemente da quella che sarà la vicenda giudiziaria, ma qui stiamo parlando dell’onore delle istituzioni e qui si stanno disonorando le istituzioni”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, parlando dell’inchiesta sulla ministra del Turismo e della mozione di sfiducia presentata contro di lei.
L’ex premier ha risposto ai cronisti a margine del sit-in di protesta dei giornalisti dell’Agenzia Italia. A chi gli ha chiesto se lui, da capo del Governo, avrebbe chiesto le dimissioni della ministra del Turismo, ha replicato: “Io l’ho dimostrato nei fatti, non è che lo avrei fatto: l’ho fatto quando è capitato come presidente del Consiglio che un mio sottosegretario si è trovato in questa situazione. L’ho convocato, poi, con tutto il rispetto per la persona, augurandogli di poter difendere le sue ragioni nella sede giudiziaria, gli ho chiesto di fare un passo indietro, com’è stato fatto, poi. In questo caso invece la ministra Meloni che parla tanto di meritocrazia, di credibilità delle istituzioni, sta disonorando le istituzioni per il famoso amichettismo dei parenti d’Italia”.
Quanto alle assenze dei ministri dalle aule parlamentari dove si discutono le mozioni di sfiducia loro indirizzate, “non lo so, c’è tanta retorica da parte di questo governo, loro ci mettono la faccia… Spesso è una faccia di bronzo, stavolta neppure ce la mettono”, ha commentato Conte, che ha respinto anche l’argomento del “garantismo” come critica alla sfiducia per la ministra del Turismo. “Il garantismo per cosa? Quando c’è il disonore per le istituzioni, qui è la garanzia che stiamo disonorando le istituzioni, al contrario. Il garantismo – ha ribadito – è una cosa seria, non lo invochiamo fuori luogo. Ci sono delle garanzie costituzionali, che riguardano i processi, vanno garantite a tutti gli indagati e gli imputati ma è una cosa ben diversa. Qui stiamo parlando di un principio di responsabilità politica, di opportunità e la presidente Meloni scredita l’Italia, perché se ministri con accuse così gravi, circostanziate, così , rimangono al loro posto, stai dando un segnale non solo in Italia ma anche in Europa e a livello internazionale, che non hai considerazione per le istituzioni: che il bene di partito, l’amicizia, l’amichettismo, la solidarietà, la logica solidale far compagni di partito – ha concluso il leader stellato – prevale su tutto”.