Evitate emissioni pari a 156.000 tonnellate di CO2 e risparmiati oltre 29 milioni di kWh di energia elettrica
Mar 29, 2024
Roma, 29 mar. – Nel 2023 Erion WEEE, il Consorzio del Sistema Erion dedicato ai Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, ha gestito in Lazio oltre 20.000 tonnellate di RAEE Domestici, equivalenti al peso di 56 airbus A380, facendo posizionare la regione al quinto posto nella classifica delle più virtuose d’Italia. Tra i RAEE Domestici gestiti da Erion in Lazio prevalgono lavatrici, lavastoviglie e forni (Raggruppamento R2) con 9.100 tonnellate; più di 6.900 tonnellate sono, invece, rappresentate da frigoriferi, congelatori, grandi elettrodomestici per la refrigerazione e il deposito di alimenti (R1). Terza posizione per i RAEE del Raggruppamento R3 (Tv e monitor) con oltre 2.600 tonnellate; segue R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica) con quasi 1.400 tonnellate e, infine, R5 (sorgenti luminose) con 12 tonnellate.
Il corretto trattamento di questi rifiuti ha permesso di riciclare: 10.670 tonnellate di ferro, pari a 30 volte il peso della copertura della Galleria Vittorio Emanuele, più di 430 tonnellate di alluminio, pari a oltre 509.000 moka da caffè, 438 tonnellate di rame, pari a 490 km di cavi e quasi 2.600 tonnellate di plastica, pari a oltre un milione di sedie da giardino. Grazie a una gestione virtuosa dei RAEE Domestici nella regione, Erion WEEE ha evitato l’emissione in atmosfera di 156.000 tonnellate di CO2 (come la quantità che verrebbe assorbita in un anno da un bosco grande circa 156 kmq, esteso più del comune di Sabaudia) e ha permesso il risparmio di oltre 29.700.000 di kWh di energia elettrica (pari ai consumi domestici annui di una città di 27.500 abitanti, quasi come il comune di Alatri).
Nella graduatoria delle province, Roma è al primo posto con quasi 14.800 tonnellate di RAEE Domestici gestiti, seguita da Latina (più di 3.300 tonnellate), Viterbo (più di 1.000 tonnellate), e Frosinone (quasi 780 tonnellate). In fondo alla classifica troviamo Rieti (196 tonnellate).
Con le oltre 20.000 tonnellate avviate al corretto trattamento, il Lazio registra una diminuzione del -2% sulle quantità del 2022. Un risultato in linea con l’andamento del Consorzio e con la raccolta nazionale, che vede l’Italia ancora troppo distante dai target di indicati dall’unione europea: la raccolta complessiva è pari a circa 6 kg per abitante a fronte di un obiettivo pari a oltre 11 kg.
Le ragioni di questo calo sono diverse, ma riconducibili a un disinteresse generalizzato verso il tema: i RAEE vengono identificati come strategici per l’economia del Paese, eppure, di fatto, a parte poche iniziative promosse da singole realtà come Erion WEEE, non vengono messe in atto azioni concrete e concertate a supporto della crescita del settore. Accanto al Sistema RAEE italiano che funziona e porta benefici al Paese c’è una zona grigia fatta di circuiti di gestione non ufficiali spinti, soprattutto, dal caro-materie prime (come ferro, rame e alluminio i cui valori sono cresciuti rispettivamente del 49%, del 48% e del 42% tra il 2020 e il 2023): operatori borderline e soggetti non autorizzati, agendo indisturbati, estraggono dai RAEE le materie più facili senza curarsi dell’impatto ambientale del trattamento.
“Troppi RAEE finiscono nelle mani sbagliate” – denuncia Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE – “Servono politiche che assicurino una corretta gestione di questi rifiuti affinché la sistematica sottrazione sia quanto meno ostacolata. È necessario capire dove finiscono i RAEE quando escono dalle case degli italiani. Ci vogliono più controlli mirati, occorre incrementare le ispezioni nei porti sui container in partenza dal nostro Paese e diretti verso l’Africa o l’Asia, per verificare se davvero contengono AEE ancora funzionanti oppure unicamente RAEE. E ancora, bisogna andare a verificare se ci sono RAEE negli impianti che gestiscono altre tipologie di rifiuti (come, ad esempio, rottami ferrosi e non ferrosi, auto, ecc.). È necessario intervenire duramente su tutte le situazioni irregolari e inasprire le sanzioni. Per questo, siamo felici per la recente rinomina del Comitato di Vigilanza e Controllo, al quale facciamo i nostri auguri affinché possa finalmente contribuire a far luce sulle zone d’ombra, contrastando il fenomeno dei flussi paralleli che rappresenta una perdita rilevante in termini di Materie Prime Seconde, essenziali per molteplici settori industriali italiani”.